Scienza

lug242015

L'alimentazione influisce sul difetto della fase luteale

In alcune donne sane in età riproduttiva con cicli mestruali regolari si verifica un difetto della fase luteale (Lpd) e tra i responsabili di questa alterazione vi è l'alimentazione, sia in termini generali di qualità sia di ricerca puntuale di macronutrienti e micronutrienti. Le ricerche in tal senso sono particolarmente importanti perché la Lpd può aumentare il rischio di infertilità e aborto spontaneo.  Esistono già studi che hanno evidenziato come un basso introito energetico o un elevato dispendio calorico attraverso un intenso esercizio fisico siano associati a Lpd, ma sono stati condotti con campioni di dimensioni poco adeguate e l'indagine rispetto ai fattori dietetici poco accurata. Questo studio prospettico (BioCycle, 2005-2007) ha arruolato 259 donne americane di età compresa tra 18-44 anni, con Bmi auto-riportati tra i 18 e 35 kg / m2 e lunghezza del ciclo tra i 21 e 35 giorni. Si è valutato sia l'alimentazione sia lo stile di vita attraverso questionari di base, recall 24 ore e diari giornalieri in modo da comprendere nell'analisi anche l'attività fisica intensa, stress percepito e ore di sonno. Il numero di cicli Lpd è stato limitato, e quindi questi risultati sono esplorativi, ma minore è stata l'adesione alla dieta mediterranea (Mds) e l'assunzione di fibra e di isoflavoni maggiore l'associazione con Lpd, mentre il selenio ha correlato negativamente con la patologia dopo aggiustamento per età, percentuale di grasso corporeo e assunzione totale di energia. Nel complesso, lo studio americano suggerisce che la qualità dieta influisce sulla patologia e conferma che esiste una associazione inversa con il selenio, risultato già supportato da ricerche precedenti, che merita ulteriori indagini.

Andrews MA et al. Dietary factors and luteal phase deficiency in healthy eumenorrheic women. Hum Reprod. 2015 Jun 16.

Silvia Ambrogio

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