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nov92017

Uova e Fipronil: quale il rischio per i consumatori

L'allerta sanitaria iniziata la scorsa estate dovuta alla contaminazione di uova da parte della sostanza vietata fipronil (fraudolentemente inserita fra i componenti del detergente Dega16, venduto da un'azienda belga e destinato alla lotta all'acaro rosso delle ovaiole, Dermanyssus gallinae) ha interessato dapprima Germania, Belgio, Olanda per poi estendersi ad altri Paesi. Anche l'Italia è stata coinvolta e centinaia sono state le analisi richieste dalle Autorità. Abbiamo fatto il punto con Maria Caramelli, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta.

Quale è stato il reale rischio sanitario corso dalla popolazione in Italia sulla base dei dati di contaminazione dei prodotti campionati e quale quello di paesi come Belgio o Germania?
L'OMS ha classificato il Fipronil come "moderatamente tossico" per l'uomo e quindi un rischio per la salute pubblica è improbabile e il rischio per i consumatori resta molto basso. Secondo l'Agenzia per la salute pubblica tedesca, un bambino con un peso di 16,5 kg potrebbe mangiare 1,7 uova, mentre un adulto di 65 kg potrebbe mangiare fino 7 uova in un solo giorno, senza superare i valori di sicurezza. Eventuale sintomatologia si potrebbe manifestare in seguito al consumo continuativo di uova e prodotti derivati (come dolci, creme, pasta all'uovo, maionese ecc.) per un periodo di tempo prolungato. In questo caso si potrebbero osservare disturbi gastroenterici e lievi sintomi neurologici (tremori, sonnolenza, iporeattività); solo in rari casi si potrebbe avere sintomatologia più grave con convulsioni o interessamento della tiroide e dei reni. Non sono state individuate specifiche categorie a rischio ma, come sempre, soggetti giovani, anziani e persone con problematiche renali potrebbero risultare più sensibili.

Si è riusciti a calcolare da quanto tempo la frode stesse andando avanti?
La notizia delle uova contaminate dal fipronil è diventata pubblica all'inizio dell'estate, dopo che il Belgio (20 luglio), seguito dall'Olanda (22 luglio), avevano segnalato il problema al Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (RASFF). Al 19 settembre sono stati coinvolti 55 paesi. A partire da quando esattamente il fipronil fosse aggiunto in modo non autorizzato e non dichiarato nell'antiparassitario, chiamato DEGA16 e composto da mentolo ed eucalipto, questo non è un dato certo.

Stanno continuando i controlli? Qual è la situazione attuale?
Il Ministero della Salute ha avviato un'attività straordinaria di controllo attraverso un piano di campionamento dedicato in allevamenti di galline ovaiole, in centri d'imballaggio e stabilimenti di trasformazione. Lo scopo è identificare, bloccare e rintracciare le partite contaminate, sia nazionali direttamente negli allevamenti che di importazione, ad esempio attraverso il campionamento di prodotti trasformati. Queste indagini stanno tuttora continuando. Al momento proseguono le verifiche nel settore delle ovaiole in allevamento, sulle uova e sulle carni di ovaiole al mattatoio, per la ricerca anche di altri potenziali antiparassitari contaminanti. Le analisi per la ricerca di fipronil hanno evidenziato che, sebbene in maniera meno preoccupante rispetto a quanto avvenuto in Belgio, Olanda e Francia anche in Italia alcune partite di uova e ovoprodrotti sono state contaminate dalla molecola impiegata contro l'acaro rosso delle galline. Fino a questo momento (fine ottobre) nella banca dati del sistema di allerta sono riportate in totale 151 notifiche ufficiali per uova e prodotti a base d'uovo contenenti fipronil oltre la soglia di attenzione: di queste, 75 sono procedimenti avviati dall'Italia.

Francesca De Vecchi


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