Clinica

ott142015

La dieta proteica chetogenica nella terapia dell'ipoglicemia reattiva: un paradosso solo apparente

Le Very low calorie diet chetogeniche (VLCKD) sono abitualmente utilizzate nella terapia dell'obesità refrattaria alle diete ipocaloriche bilanciate. Viene, invece, di seguito riportato l'impiego di una VLCKD nel trattamento di una sindrome ipoglicemica reattiva associata a marcato iperinsulinismo dopo pasti a elevato carico glicemico. La paziente, di 34 anni con familiarità per diabete mellito tipo 2 (madre), sindrome dell'ovaio policistico e sovrappeso viscerale (altezza 162 cm, kg 77, IMC 29,3 kg/m2, circonferenza vita 91 cm) era stata precedentemente ricoverata per sospetto insulinoma con diagnosi finale di ipoglicemia reattiva. La sintomatologia tipica (sudorazione, tachicardia, malessere e senso di fame improvvisa) si manifestava con frequenza quasi giornaliera a distanza di circa 3 ore dalla colazione e da pasti a elevato tenore glucidico. Il sospetto diagnostico è stato confermato effettuando un OGTT lungo (5 ore) che ha evidenziato una normale glicemia a digiuno (89 mg/dl), insulinemia moderatamente elevata (32 pmol/l) e ipoglicemia a 4 ore dal carico di glucosio (49 mg/dl) con spiccata iperinsulinemia (210 pmol/l). La paziente è stata trattata con un protocollo VLCKD (almeno 2 litri di acqua/die, 800 kcal circa, 72 grammi di proteine frazionate in quattro pasti, integrazione salina e multivitaminica) della durata di 8 settimane raggiungendo un peso finale di 63 kg e una circonferenza vita di 79 cm. La sintomatologia ipoglicemica è scomparsa completamente dopo 2 giorni dall'inizio della dieta e non si è ripresentata neanche durante la fase di transizione con un graduale reinserimento dei carboidrati complessi a basso indice glicemico. A distanza di 6 mesi dal termine della VLCKD la paziente ripeteva un OGTT lungo che evidenziava la normalizzazione dei parametri glucoinsulinemici. Inoltre, in dieta bilanciata moderatamente ipocalorica di 1500 kcal con una integrazione in fibra di psillio, manteneva un peso di 62,6 kg e un perfetto stato di benessere. La riduzione del grasso viscerale omentale e pancreatico ha permesso una riduzione significativa dell'insulinoresistenza e un ripristino della normale efficienza e reattività beta cellulare in risposta allo stimolo glucidico. Questo caso sottolinea l'importanza della riduzione del tessuto adiposo viscerale nel trattamento degli stati di ipoglicemia reattiva tardiva associati a iperinsulinismo e sovrappeso-obesità.

Pietro Putignano

DALLE AZIENDE