Clinica

nov142016

I motivi etici della scelta vegetariana

Secondo i dati Eurispes 2016 circa 8% della popolazione italiana si dichiara vegetariana e il trend è in crescita. Il pattern dietetico di riferimento è caratterizzato da un ampio uso di cibi vegetali con esclusione di carne, pesce e derivati. Gli alimenti animali indiretti (latte, uova, derivati e miele) sono poco utilizzati; tranne i vegan (1% degli italiani) che seguono una dieta 100% a base vegetale. Il 46,7% dei vegetariani lo diventa per motivazioni salutistiche legate alla conoscenza dei benefici di un'alta prevalenza dei cibi vegetali nella dieta e dei possibili effetti negativi della western diet caratterizzata da un eccessivo consumo di alimenti di origine animale. Si tratta di una scelta coerente con le linee guida nazionali che suggeriscono di basare l'alimentazione su una ampia varietà di cibi vegetali e pochi cibi animali. Inoltre, alle diete a base vegetale (vegetariana e mediterranea) è associata un'efficacia preventiva nei confronti delle malattie cronico-degenerative e alcuni tipi di tumori. Il 30% dei vegetariani, invece, è motivato dalla sensibilità nei confronti degli animali, spesso sfruttati dall'industria della carne e non considerati esseri senzienti. Lo sono ufficialmente e negli allevamenti intensivi (Cafos,Concentrated Animal Feeding Operations) il loro livello di sofferenza è tale da determinare malattie psichiche negli addetti ai lavori. Il 12% dei vegetariani lega la propria scelta alimentare alle evidenze sull'impatto ecologico di tali allevamenti e annessa industria foraggera. Gli animali producono meno calorie, sotto forma di carne, latte e uova di quante ne consumano. Il rapporto di conversione da mangimi vegetali a "cibo animale" varia da 1:30 a 1:4 e per produrre 1kg di carne servono da 4 a 30kg di vegetali. Si calcola che il quantitativo di cereali e leguminose impiegato nei soli Stati Uniti per alimentare gli animali d'allevamento sarebbe sufficiente a eliminare la fame nel mondo.Le conseguenze sono lo spreco di acqua ed energia, deforestazione, effetto serra, inquinamento. Altre motivazioni sono legate ad aspetti religiosi e filosofici dovuti anche ai flussi migratori da Paesi i cui il vegetarismo è diffuso. Nel rapporto con il paziente vegetariano, il nutrizionista dovrebbe considerare tali motivazioni. Se non condivide la scelta vegetariana dovrebbe inviare il cliente ad un collega che lo è. La dissuasione da convinzioni forti e coerenti è sbagliata e può avere come conseguenza un pericoloso fai da te o l'adesione ai consigli di pseudoesperti.

Mauro Destino


Per approfondimenti:
Larsson SC, Orsini N. Red meat and processed meat consumption and all-cause mortality: a meta-analysis. Am J Epidemiol 2014
Pimentel D, Pimentel M. Sustainability of meat-based and plant-based diets and the environment. Am J Clin Nutr 2003
WHO/FAO. Diet, nutrition, and the prevention of chronic disease. Report of the Joint WHO/FAO expert consultation, 2002
McMichael, A.J.; Powles, J.P.; Butler, C.D.; Uauy, R. Food, livestock production, energy, climate change, and health. The Lancet, 2007

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