Clinica

apr102017

L'importanza dell'allergia alimentare ritardata nella gestione dei pazienti con disturbi cronici

Recenti studi clinici e sperimentali dimostrano che le abitudini dietetiche possono avere un ruolo importante nella patogenesi di alcuni disturbi cronici infiammatori più di quanto dimostrato finora.
In particolar modo, infiammazioni croniche di bassa intensità causate dal cibo possono alterare le funzioni intestinali, il microbiota, il sistema immunitario, la produzione di ormoni e di neurotrasmettitori e portare a disturbi intestinali.
Un'accurata anamnesi del paziente e il tempo di comparsa dei sintomi dopo l'assunzione di un alimento sono essenziali per aiutare il medico nell'individuazione degli strumenti diagnostici più appropriati.
L'ipersensibilità agli alimenti è diffusa nella maggior parte della popolazione. Tuttavia c'è molta confusione fra allergia alimentare immediata, ritardata e intolleranza alimentare.
L'allergia alimentare si divide in due sottogruppi: allergia di tipo I e allergia di tipo III. Nell'allergia alimentare di tipo I, mediata da IgE, le reazioni agli antigeni degli alimenti danno origine a reazioni atopiche o shock anafilattico, con una prevalenza circa del 4-8%, e con rischio per la vita del paziente. Ha un ruolo minore nei disturbi infiammatori cronici perché i soggetti che ne sono a conoscenza eliminano automaticamente gli alimenti. L'allergia alimentare di tipo III, mediata da IgG, mostra reazioni immunologiche ritardate e l'associazione fra il sintomo e un determinato alimento risulta molto difficile. La prevalenza si stima essere oltre il 50% nei pazienti malati cronici. Uno strumento valido è la dieta di eliminazione, ma è molto difficile da attuare se devono essere testati un elevato numero di alimenti o ingredienti. In diversi studi è stato dimostrato che l'eliminazione di alimenti basata sull'individuazione degli anticorpi IgG ha portato a diminuzioni significative di diversi disturbi cronici come l'IBS, l'IBD, l'ipertensione, l'emicrania, le vertigini, l'asma, la depressione, l'affaticamento cronico, i disturbi reumatici e le malattie autoimmuni. Condizioni evidentemente diverse come l'insulino-resistenza, il diabete, l'ipertensione, la sindrome X, l'obesità, l'ADHD, la depressione, la psicosi, l'apnea notturna, gli stati infiammatori, l'autismo e la schizofrenia potrebbero instaurarsi per vie metaboliche comuni e i trattamenti usati esclusivamente per una di queste condizioni possono portare benefici anche alle altre.
Insieme alla ripresa della normale permeabilità intestinale, l'eliminazione degli alimenti basata sull'individuazione degli anticorpi IgG specifici è uno strumento efficace per ridurre i disturbi cronici infiammatori e per definire raccomandazioni dietetiche personalizzate che rispondano alle singole esigenze dei pazienti.

Camille Lieners
La conferenza The importance of food delayed allergy in the management of chronically ill patient si terrà presso il Centro Congressi "Stella Polare" Fiera Milano - 9 Maggio 2017, ore 15.50


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