Clinica

apr182017

Restrizione dietetica cognitiva ed episodi di abbuffata: un legame complesso da valutare

Nel 1972 Nisbett è il primo a teorizzare che molte delle caratteristiche psicologiche e comportamentali osservabili nei soggetti con obesità sono attribuibili alla soppressione del loro peso al di sotto del "set point" biologicamente determinato. Questo lavoro contribuisce ampiamente allo sviluppo della "Restraint theory", per la prima volta descritta da Herman e Polivy nel 1975. Con questa teoria si cerca di spiegare perché le persone che stanno a dieta hanno difficoltà a perdere, e si ipotizza che possano avere episodi di abbuffata in risposta alla deprivazione calorica (bilancio energetico in negativo) dovuta alla dieta. Qualche anno dopo, Herman e Polivy de-enfatizzano il concetto di set-point per spiegare il comportamento dei mangiatori restrittivi, a favore di una spiegazione più cognitiva. Iniziano così a definire la restrizione dietetica cognitiva come il tentativo prolungato di sopprimere il peso indipendentemente dal successo o meno di riuscire a creare un bilancio calorico negativo. Questo passaggio spinge, negli anni successivi, alcuni autori a sostenere che il rischio dell'abbuffata possa aumentare quando un individuo esperisce una temporanea caduta nel controllo cognitivo sull'alimentazione. I meccanismi proposti per spiegare questa associazione includono: (i) l'effetto della violazione del controllo, che si verifica quando l'individuo rompe le proprie regole dietetiche e (ii) l'esaurimento di limitate risorse cognitive di auto-regolazione.
Il modo patologico di condurre la dieta diventa poi parte integrante nello sviluppo e nel mantenimento dei disturbi dell'alimentazione nella teoria transdiagnostica proposta da Fairburn e colleghi nel 2003.  Secondo tale teoria, l'eccessiva valutazione del peso, della forma del corpo e del loro controllo incentiva gli sforzi per perdere peso con l'adozione di una dieta ferrea e l'episodio di abbuffata è in molti casi la conseguenza della rottura delle regole dietetiche rigide ed estreme adottate dalle persone con disturbi dell'alimentazione, indipendentemente dal fatto che esse producano un deficit calorico.
Coerentemente con questi modelli teorici, numerose ricerche hanno dimostrato che la restrizione dietetica cognitiva predice l'esordio e il mantenimento di alcune espressioni caratteristiche della psicopatologia del disturbo dell'alimentazione, come gli episodi di abbuffata e gli associati comportamenti di compenso. Tuttavia un altro filone di ricerca, ha trovato che un aumento del controllo sull'alimentazione riduce la frequenza degli episodi di abbuffata nei pazienti che seguono trattamenti per la perdita di peso, quando sono confrontati con controlli sani.
Una delle possibili ragioni in grado di spiegare queste contraddizioni della ricerca sull'associazione tra restrizione dietetica cognitiva ed episodi di abbuffata, è il fatto che le misure disponibili della restrizione dietetica valutano più di una dimensione latente del costrutto stesso e che sono state  studiate e validate in popolazioni di soggetti non clinici o con sovrappeso e obesità inseriti in programmi di perdita di peso e non nei soggetti con disturbi dell'alimentazione che adottano regole dietetiche estreme e rigide.
In conclusione appare evidente la necessità di sviluppare nuovi strumenti specificatamente pensati per misurare la restrizione dietetica cognitiva adottata dai pazienti con disturbo dell'alimentazione per meglio comprendere il meccanismo, comunemente osservato dai clinici, che associa la dieta ferrea e gli episodi di abbuffata in questi soggetti.

Bibliografia
Nisbett, R. E. Hunger, obesity, and the ventromedial hypothalamus. Psychological Review, 1972, 79:433-453
Herman, C. P., & Polivy, J. Restrained eating. In A. J. Stunkard (Ed.), Obesity (pp. 208-225). 1980 Philadelphia: W B. Saunders.
Fairburn CG, Cooper Z,Shafran R. Cognitive behaviour therapy for eating disorders: a "transdiagnostic" theory and treatment. Behav Res Ther 2003; 41, 509-528.

Simona Calugi, Riccardo Dalle Grave


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