Clinica

nov222017

Lo stato nutrizionale nella sclerosi multipla: la nostra esperienza per rispondere alle richieste di "cure complementari"

La sclerosi multipla (SM), anche detta sclerosi a placche, è una malattia cronica del sistema nervoso centrale verosimilmente autoimmune, che comporta una progressiva perdita di mielina, danno neuronale e disabilità in giovane età in modo predominante nel sesso femminile.
La SM è caratterizzata da processi infiammatori perivascolari a livello della barriera ematoencefalica ai danni della sostanza bianca dell'encefalo e del midollo spinale, con l'attivazione mediata da cellule T autoreattive, linfociti B, macrofagi e cellule microgliali. Sebbene non esistano linee guida nutrizionali specificatamente dedicate al trattamento della malattia se non all'instaurarsi della disfagia, quasi tutti i pazienti che ne soffrono sono fortemente interessati ai trattamenti dietetici e utilizzano spesso integratori nutrizionali o veri e propri regimi dietetici ascrivibili alla CAM (medicina alternativa e complementare).
In uno studio italiano è emerso che il 35,7% dei pazienti ha fatto uso di CAM (in particolare regimi dietetici) almeno una volta dalla diagnosi. Il 61,5% ha riportato benefici, ma solo il 12,8% dei casi ha ricevuto informazioni da personale sanitario e nell'82% dei casi il neurologo curante non è stato consultato prima di intraprendere il trattamento sebbene il costo annuo per persona di queste terapie ammonti a circa 480 euro per paziente1. È dunque tempo che la medicina basata sull'evidenza consideri i trattamenti di fatto usati dai pazienti in ambito CAM per sfruttarne al meglio i vantaggi, ma proteggendo i pazienti da possibili abusi.
Ma quali sono i regimi dietetici e gli integratori più utilizzati dai pazienti con SM?
La prima parte del nostro lavoro è stata proprio quella di reperire le informazioni presenti sul WEB che diventano appunto la fonte dell'automedicazione. Tra gli integratori i più usati abbiamo trovato Coenzima Q10, Acido Alpha-lipoico, la Vitamina D e la Biotina ad elevato dosaggio, le vitamine F, B12, C e folati oltre a fitoterapici come il Ginco-biloba e la Curcuma; tra i regimi dietetici si annoverano: diete Swank, Kousmine, Paleo Autoimmune (AIP), Wahls, vegana McDougall, senza glutine, Mima Digiuno, ma anche la Dieta Mediterranea2. Sebbene ogni regime dietetico sottenda un modello di malattia da carenza o da eccesso nutrizionale diverso, alcuni fattori chiave ricorrono in tutte. Si tratta di regimi che suggerisco l'incremento dei cibi con funzione anti-ossidante, un aumento dei fattori dietetici che correggano la disbiosi intestinale e/o facilitino l'azione immunoprotettiva di un intestino sano senza dimenticare possibili carenze di vitamine liposolubili e fattori dietetici ad azione antinfiammatoria (PUFA). Pertanto ci siamo posti l'obiettivo di valutare i pattern dietetici (attraverso l'osservazione delle ingesta) e lo stato nutrizionale in un gruppo di soggetti con nuova diagnosi per evidenziare eventuali carenze o eccessi all'esordio di malattia assimilabili a quelli corretti dalle CAM di ambito nutrizionale. Confrontati con pari numero di controlli sani paragonabili per età e sesso abbiamo osservato alcune differenze significative: basse ingesta di vit. D e PUFA (acidi grassi polinsaturi) e fibre alimentari ma anche elevate ingesta di zuccheri semplici e del rapporto di acidi grassi ω6/ω3. Sulla base delle osservazioni e con l'intento di guidare eventuali autoprescrizioni dietetiche proponiamo un modello di educazione al paziente che promuova la Dieta Mediterranea3. Questa ci pare il compromesso più adeguato per migliorare lo stato nutrizionale dei pazienti osservati lasciando uno spazio di comunicazione effettivo tra pazienti e equipe curante in materia di CAM dietetiche. Inoltre, siccome nei soggetti con SM allo stadio avanzato o affetti da una forma aggressiva di malattia possono insorgere complicanze (per esempio disfagia o stipsi sino alla sub-occlusione intestinale) che portano alla malnutrizione, l'istaurarsi di un monitoraggio dello stato nutrizionale sin dall'esordio può facilitare la gestione nel lungo termine. Si potrà cosi intervenire secondo le linee guida del Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la disfagia4, o, al bisogno, della Nutrizione artificiale (NA)5 in pazienti già abituati a collaborare costruttivamente alla gestione del loro stato nutrizionale.

1) Pucci E e al.; Why physicians need to look more closely at the use of complementary and alternative medicine by multiple sclerosis patients. Eur J Neurol 2004; 11: 263-267
2) Bhargava P. Diet and multiple sclerosis. MS National Society. 2015
3) Rocca G. Alimentazione e sclerosi multipla. 2015, AISM
4) Percorso diagnostico terapeutico assistenziale della disfagia. 2013, Agenzia regionale per i servizi sanitari - Regione Piemonte
5) Lochs H e al., Introductory to the ESPEN Guidelines on Enteral Nutrition: Terminology, Definitions and General Topics. Clin Nutr 2006; 25:180-6

Paola Golzio


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