Clinica

mag242018

Nella relazione tra polimorfismi genetici ed emicrania, il valore dell'approccio nutrizionale

L'emicrania, un disturbo neurologico multifattoriale, presenta un background genetico soggetto a stimolazioni ambientali, ormonali e alimentari. Per comprendere meglio l'aspetto poligenico di questa patologia e la sua forte correlazione con la nutrizione, Nutrizione33 ha intervistato il dott. Raffaele Palmirotta, medico genetista presso l'Oncologia Medica dell'Università degli Studi di Bari e coautore di una recente review sull'argomento.

"Basta chiedere a chiunque soffra di mal di testa per intuire già come cibi e bevande che possono scatenare la crisi emicranica e gli studi genetici ci dicono oggi che ciò è dovuto a una specifica sensibilità genetica del soggetto. I recenti progressi biotecnologici hanno migliorato l'identificazione di alcuni fattori genetici coinvolti in numerose patologie poligeniche e sta rendendo possibile anche l'identificazione di varianti di sequenza di geni responsabili della sensibilità individuale all'emicrania. Con il professor Piero Barbanti, neurologo, e la professoressa Fiorella Guadagni presso l'Istituto San Raffaele Pisana di Roma, diversi anni fa, abbiamo iniziato ad alimentare una bio-banca delle cefalee, una vera e propria banca di diversi campioni biologici, tra cui DNA, RNA, proteine e liquidi biologici, con l'obiettivo di poter personalizzare al massimo le terapie, sia farmacologiche sia alimentari. Questa bio-banca è davvero un nostro fiore all'occhiello perché non solo oggi ha raggiunto numeriche importanti, nell'ordine dei 1500 campioni, ma ha raccolto tra i dati del donatore, oltre alla storia clinica e familiare, anche le sue abitudini di vita e il suo rapporto con il mal di testa in tutte le sue sfaccettature, permettendoci così di appurare il ruolo nell'emicrania di diversi geni. Siamo stati i primi a notare che la proteina prionica, una sialoglicoproteina con proprietà neuroprotettive sul danno da stress ossidativo, è correlata con i meccanismi che portano all'emicrania, notando come le frequenze del genotipo PRNP V129M non differivano significativamente tra emicranici e controlli, mentre le frequenze del genotipo 129VV erano significativamente più elevate nei pazienti con età precoce all'esordio dell'emicrania. Altro risultato importante l'aver valutato il ruolo nell'emicrania della variante del gene del recettore del progesterone (PGR) rs1042838 (G / T - Val660Leu) indicativa dell'aplotipo PROGINS e associata a una ridotta attività della PGR. Il progesterone infatti influenza l'eccitabilità neuronale centrale, un evento chiave nella patofisiologia dell'emicrania e chi ha il genotipo TT (Leu) era significativamente associato a un'età successiva di insorgenza dell'emicrania, con i pazienti affetti da emicrania con aura che hanno mostrato una relazione lineare tra il numero di copie dell'allele T trasportato dall'individuo e l'età di insorgenza dell'emicrania stessa. Nel 2014 abbiamo messo in luce che sebbene il polimorfismo del gene codificante l'enzima di conversione dell'angiotensina umana ACE I / D non sia un fattore di rischio diretto per l'emicrania, il genotipo ACE I / I può influenzare la caratteristica clinica di questa malattia associata all'uso ridotto di agenti profilattici in pazienti con emicrania con aura e in quelli con emicrania cronica. Un aspetto critico che merita una particolare attenzione è il ruolo dello stress ossidativo nell'emicrania: sappiamo che durante l'attacco di emicrania si verificano importanti eventi ossidativi e, tanto più lunghi o frequenti sono gli episodi di emicrania, maggiore è il danno possibile che ne può avere il cervello, come dimostrato nel nostro lavoro che ha evidenziato la correlazione tra il polimorfismo rs4880 TT del gene superossido dismutase SOD2 e particolari manfestazioni cliniche della patologia.
Molte sono le azioni, alimentari pure, integrative o farmacologiche, che si possono intraprendere in tal senso, ed è interessante notare che quasi tutte le molecole che agiscono nella profilassi esercitano effetti antiossidanti. Da genetista devo però ricordare che, sebbene queste scoperte sulla relazione tra polimorfismi ed emicrania gettano le basi per la personalizzazione, il genoma è sempre da interpretare in maniera dinamica e complessiva: è molto facile che un soggetto abbia un polimorfismo che predispone a una relazione negativa tra alimento e insorgenza dell'emicrania, ma ne presenti altri, magari molto numerosi, che lo predispongono alla protezione da parte dello stesso dolore."

Silvia Ambrogio


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