Scienza

apr192017

C'è digiuno e... digiuno vero

Salvatore Simeone si laurea in medicina nel 1986 e fonda tre anni dopo il centro medico in cui lavora ancora oggi, intitolandolo a Francois Broussais, famoso medico naturalista dell'800 nonché medico personale di Napoleone Bonaparte, e da allora si dedica alla medicina biologica e integrata, alla diagnostica funzionale e soprattutto approfondisce e utilizza nella pratica clinica la digiunoterapia, divenendone uno dei massimi studiosi e esperti al mondo. Gli abbiamo chiesto di aiutarci a fare chiarezza.

La digiunoterapia è una nuova metodologia di approccio alla salute, sia in termini preventivi sia terapeutici, ma spesso sfugge anche al professionista della nutrizione la definizione del termine e ciò che essa comprende: può fare chiarezza? 
Ci sono formule di cura che impropriamente vengono definite "digiuno", le quali, anche se molto valide, andrebbero chiamate in un modo più appropriato, per esempio "dieta liquida" o "dieta ipocalorica" oppure "restrizione calorica". Rientrano in questo ambito le formule proposte da Breuss, Ereht, Kousmine, Gerson, Longo, Mosley. Nessuna di queste formule dovrebbe utilizzare il termine "digiuno", perché si tratterebbe di una contraddizione in termini: infatti, se si ingurgitano centrifughe ed estratti a base di frutta e verdura, oppure addirittura 500-800 calorie al giorno, come è possibile parlare di digiuno? Affinché si possa utilizzare correttamente la parola "digiuno", è necessario che esso venga effettuato con sola acqua e leggerissime tisane naturali, senza alcuna caloria. Che senso ha chiamare "digiuno attenuato" una dieta ipocalorica a base di verdure e frutti? 

E il "digiuno intermittente" rientra nella digiunoterapia?
L'Intermittent Fasting (IF) è altro termine molto utilizzato, specie nel mondo anglosassone, ma anche in questo caso si tratta di semplici restrizioni caloriche. L'esempio più classico di digiuno intermittente è quello proposto dal medico inglese Michael Mosley insieme alla giornalista Mimì Spencer nel loro bestseller The fast diet: questo regime prevede che si mangi normalmente per 5 giorni la settimana, mentre nei 2 rimanenti giorni si assumono solo 500 calorie per le donne e 600 calorie per gli uomini. Il libro ha avuto molto successo, ma è evidente che mai come in questo caso la parola "fast" (che significa digiuno) è fittizia, poiché questo tipo di dieta non ha nulla a che vedere con il vero digiuno, benché sia ampiamente dimostrato che la restrizione calorica faccia molto bene sia agli uomini che agli altri esseri viventi. Un altro esempio è la Dieta Imitatrice del Digiuno (DID), altrimenti definita "dieta mima digiuno", proposta dal ricercatore italiano Valter Longo del Longevity Institute della University of Southern California a Los Angeles, autore di diversi studi sugli effetti della restrizione calorica. Anche in questo caso si tratta, per l'appunto, di una restrizione calorica e non di digiuno: infatti, il metodo di Longo prevede una dieta per 5 giorni al mese, a base di 1.000 calorie (il primo giorno), e 750 calorie nei restanti giorni, il tutto da ripetersi per 3 mesi. A differenza della "fast diet", la restrizione calorica di Longo è decisamente più salutistica e curativa, in quanto basata non solo sulla mera restrizione calorica, ma anche e soprattutto sulla qualità degli alimenti, privilegiando in particolare i grassi e i carboidrati migliori (olii, frutta secca, cereali integrali...), e nello stesso tempo riducendo la percentuale delle proteine al 10%. Nell'Introduzione ho precisato che queste diete, sono molto valide per la salute: infatti Longo ha dimostrato che le restrizioni caloriche riducono i biomarcatori proinfiammatori, collegati statisticamente al diabete, al cancro e alle malattie cardiovascolari. Longo, e altri ricercatori, hanno riscontrato un abbassamento dei fattori di rischio di malattia molto simile a quelli studiati sui topi: infatti, i benefici del digiuno potrebbero derivare dal fatto che il digiuno intermittente abbassa i livelli dell'insulina e di un altro ormone chiamato fattore di crescita insulino-simile, o IGF-1, o somatomedina, che è collegato al cancro e al diabete. La riduzione di tali ormoni potrebbe provocare un rallentamento nello sviluppo e nella crescita delle cellule, che a sua volta contribuisce a rallentare il processo di invecchiamento e riduce i fattori di rischio di malattia. Secondo Longo, quando i livelli di insulina e di IGF-1 sono bassi "l'organismo entra in uno stato di manutenzione, una specie di stand-by, in cui non c'è una grande spinta affinché le cellule crescano e, in generale, le cellule entrano in una modalità protetta". Oltre all'IGF-1, queste restrizioni caloriche abbassano anche la VES, la PCR, l'omocisteina, l'interleuchina 6 e le lipoproteine a bassa densità (impropriamente definite "colesterolo LDL"). In termini pratici, queste tecniche ridurrebbero nell'uomo i rischi cardiovascolari, il diabete, le malattie neurodegenerative, il cancro e i processi di "aging". In ogni caso, ripeto, non si tratta di "digiuno vero", ma solo di restrizioni caloriche. L'analogia tra digiuno vero e pseudodigiuni è che si tratta di formule di cura che da una parte detossinano e alcalinizzano la Matrice connettivale, dall'altra abbassano i fattori dell'infiammazione, da cui derivano tutte le malattie degenerative e dismetaboliche.  Molta parte di tutti questi benefici derivano dal cambiamento metabolico innescato dal digiuno, definito "chetogenesi", che da un lato rappresenta una condizione estremamente sfavorevole allo sviluppo delle cellule tumorali, dall'altro rigenera le cellule staminali totipotenti, come ad esempio quelle del pancreas.

Se le formule di pseudodigiuni sono efficaci in ambito clinico, immagino lo possano essere anche i digiuni.  È così?
La differenza è che le potenzialità del digiuno vero o assoluto sono molto maggiori, non fosse altro perché è la terapia chetogenica più potente che esista. Infatti, le ragioni che mi hanno portato a studiare il digiuno vero è che fin dagli anni '80 l'ho sperimentato su me stesso e su migliaia di pazienti, con risultati eclatanti. Negli anni, gli ambiti clinici in cui ho avuto grandi soddisfazioni professionali sono stati molti, dalle malattie vascolari e cardiovascolari, alle malattie allergiche, all'asma, alle dermatiti, alla psoriasi, cisti, fibromi uterini, e ne hanno beneficiato anche sindrome metabolica (colesterolo, trigliceridi, diabete tipo 2, ipertensione, sovrappeso), malattie autoimmuni, patologie tiroidee, abbassamento dei marcatori dell'infiammazione (PCR, VES, omocisteina, IGF-1 ecc.). Ho recentemente scelto di raccogliere alcune delle tantissime testimonianze dirette dei miei pazienti "digiunanti" in un libro - "Il digiuno felice", edizioni LSWR - per rinforzare l'efficacia di questa pratica, ma anche per rassicurare le persone che in qualche modo temono ancora la parola "digiuno": se ben condotto, sia singolarmente sia attraverso esperienze di gruppo, regala non solo salute fisica ma anche benessere psico-emotivo. 

Silvia Ambrogio

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