Scienza

ott232017

Antibioticoresistenza: diminuire l'uso nell'uomo e negli animali da allevamento

I dati più recenti sul consumo di antibiotici sono ancora preoccupanti, soprattutto per le conseguenze che sta avendo sull'aumento di batteri resistenti.

Il rapporto Joint Interagency Antimicrobial Consumption and Resistance Analysis - JIACRA stilato congiuntamente dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare, dall'Agenzia europea dei medicinali e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie copre il periodo 2013-2015 e conferma il legame tra consumo di antibiotici e resistenza, nell'uomo e negli animali destinati alla produzione alimentare, ma rileva un miglioramento della sorveglianza, in tutta Europa.

Dal documento delle tre Agenzie, come già dal Report del 2015, emerge infatti che rimangono elevate le differenze fra Paese e Paese sull'uso di questi farmaci per gli animali e per l'uomo: l'Italia è ai primi posti per l'uso su animali. Ed è proprio l'uso di antibiotici negli allevamenti che sta favorendo la nascita di batteri resistenti ai trattamenti comunemente usati negli ospedali, ma anche per le cure degli animali stessi.

La colistina, farmaco della classe delle polimixine, ampiamente utilizzata in ambito veterinario e classificato dall'Organizzazione mondiale della sanità (WHO) di "importanza critica", è sempre più spesso impiegata negli ospedali per curare infezioni resistenti a più farmaci. Alcuni antibiotici invece sono utilizzati con maggior frequenza nell'uomo: le cefalosporine per esempio e i quinoloni di terza e quarta generazione, di importanza primaria per la cura di alcune patologie umane. La resistenza ai quinoloni, utilizzati per curare la salmonellosi e la campilobatteriosi, due fra le più frequenti tossinfezioni di origine alimentare, è connessa proprio all'uso di antibiotici negli allevamenti.

25000 decessi ogni anno imputabili in Europa alla resistenza a questi farmaci hanno spinto l'Ue a varare un piano di azione per supportare i singoli Paesi nel contrasto dell'antibiotico-resistenza, superare le attuali differenze nazionali, sostenere la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, partendo proprio dalle evidenze emerse dalla rielaborazione dei dati di utilizzo in Europa: sebbene la resistenza agli antibiotici in generale non abbia come unica causa il consumo, ciò che sembra chiaro è che la limitazione ad un'assunzione strettamente necessaria potrà senz'altro avere un impatto positivo sull'insorgenza di resistenza in tutti gli ambiti.

Report on consumption of antimicrobial agents and occurrence of antimicrobial resistance in bacteria from humans and food-producing animals

Fonte: Farmacista33.it


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