Scienza

mar72018

Dai risultati dello studio italiano PreMiO, la malnutrizione come comune denominatore nei pazienti oncologici

È italiano lo studio che per la prima volta ha messo a fuoco lo status nutrizionale di quasi 2000 pazienti in occasione della prima visita oncologica: PreMiO, Prevalence of Malnutrition in Oncology, è stato pubblicato su Oncotarget e ha mostrato in maniera incontrovertibile che malnutrizione, anoressia, perdita di appetito e di peso sono comuni nei pazienti sin dalle prime fasi di malattia, e rilevabili già alla prima visita.
Del campione preso in esame il 51,1% mostrava un grado di compromissione nutrizionale variabile, di questi il 42,4% era a rischio di malnutrizione e il 9% era già francamente malnutrito. La perdita di peso involontaria è un indicatore, una red flag di un alterato bilancio energetico, riscontrata nel 65% dei pazienti esaminati: il 28,4% aveva perso più del 10% del proprio peso. La ricerca ha svelato l'esistenza di un insospettabile numero di soggetti a rischio di cachessia, una condizione che si manifesta con una massiva perdita di peso e di tessuto muscolare. Più del 70% di quelli con cancro allo stomaco o al pancreas, più del 60% di quelli con diagnosi di tumore a fegato e colon retto, più del 40% di quelli con cancro di testa-collo e forme genitourinarie mostravano indice di massa corporea e perdita di peso compatibili con la diagnosi di cachessia neoplastica. "Tra i motivi della perdita di appetito ci sono la sazietà precoce per il 69% dei soggetti, il cambiamento del gusto per il 40,3%, nausea o vomito per il 31,9%, rifiuto e avversione per il sapore della carne (28,9%) e disturbi dell'olfatto per il 16,8%" spiega il Professor Maurizio Muscaritoli, Direttore UOC di Medicina Interna e Nutrizione Clinica presso Umberto I, Policlinico di Roma e coordinatore dello Studio PreMiO. "La malnutrizione non può e non deve essere più considerata un effetto collaterale ineluttabile della malattia" prosegue Muscaritoli "bensì un fenomeno prevenibile e reversibile a patto che l'intervento sia tempestivo e diventi parte integrante delle cure oncologiche. Le conseguenze della perdita di peso hanno un impatto pesante: aumenta la tossicità indotta da radio e chemio sulle cellule sane e rende quelle tumorali più resistenti al trattamento. Mentre l'indebolimento delle difese immunitarie, aumenta la frequenza dei ricoveri e peggiora la prognosi con un aumento della mortalità. Il 20% dei pazienti oncologici infatti non supera la malattia proprio a causa delle gravi conseguenze della malnutrizione. La ricerca ha messo a fuoco, come la lente di un microscopio, i tumori in cui il fenomeno si presenta con maggiore frequenza: stomaco, esofago, pancreas, testa-collo e polmone, mentre le donne con tumore al seno sono quelle meno soggette a malnutrizione. L'importanza di questo studio è quella di rappresentare il pezzo mancante di un puzzle complesso come la presa in carico del malato con cancro. La valutazione e l'intervento nutrizionale devono diventare parte integrante delle cure oncologiche, con una stretta sinergia tra le specialità. Si tratta infatti di una condizione evitabile o prevenibile con protocolli che prevedono una dieta adeguata, la somministrazione di supplementi nutrizionali orali o integratori sino alla nutrizione enterale o parenterale quando necessario per ristabilire l'equilibrio dei nutrienti necessari e permette il recupero del peso" conclude Muscaritoli.

Muscaritoli M et all. Prevalence of malnutrition in patients at first medical oncology visit: the PreMiO study. Oncotarget. 2017 Aug 10;8(45):79884-79896.

Silvia Ambrogio

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