Attualità

giu282016

Crescono la malnutrizione vitaminica e minerale nella popolazione italiana

Qual è il ruolo dell'integrazione multi-vitaminica e multi-minerale nell'ambito dell'alimentazione degli italiani di oggi? La risposta è fra gli obiettivi di "Curare la salute", la campagna di informazione patrocinata da Federfarma, Adi, Fofi, Simg e dal Centro Studi e Ricerche sull'Obesità dell'Università degli Studi di Milano, nata per sensibilizzare sull'importanza che le scelte alimentari hanno nel mantenersi in buona salute e prevenire patologie croniche. Dai dati di una ricerca che ha indagato le abitudini alimentari degli italiani, tramite questionari sottoposti nell'ambito del progetto stesso e rielaborati da Gfk-Eurisko è emerso che a livello sub-clinico stanno aumentando i deficit vitaminico-minerali. I risultati sono stati presentati nell'ambito del congresso "Spazio Nutrizione", svoltosi lo scorso maggio a Milano. Dal 1995 al 2015 è cresciuta progressivamente la percentuale di popolazione che afferma di essere attenta alla propria alimentazione e di seguire la Dieta Mediterranea, quale modello virtuoso. La percezione però non sempre corrisponde alla realtà. Infatti si registra una diminuzione progressiva del consumo di vegetali e di frutta e una tendenza all'aumento di consumo di proteine animali, a scapito della quota di carboidrati. Sale invece la necessità che la preparazione del pasto sia pratico e veloce e che sia adatto a tutta la famiglia (la genuinità scende al terzo posto di importanza). Solo il 20% degli italiani consuma la giusta dose di frutta (il 14% non ne mangia mai) e solo 30% di verdura. Le donne in particolare sono sotto la media nazionale. Povero anche l'apporto di calcio da latte e derivati: solo il 20% consuma la quantità corretta di questi alimenti; il 77% è in carenza e il 20% non ne consuma mai. Il dato è preoccupante per la popolazione di over sessantenni, l'84% dei quali dichiara di non consumare mai latte e derivati. A rischio anche l'apporto di vitamina D, garantito da latte ma anche dal giusto consumo di uova: il 25% della popolazione non mangia mai uova in settimana. Carente anche l'apporto di acidi grassi omega-3 da pesce: il 65% dichiara di non mangiarne o al massimo di metterlo in tavola una porzione alla settimana, soprattutto i giovani fra i 20 e i 29 anni e dai 60 anni in su. Sotto i livelli raccomandati è anche il consumo giornaliero di frutta a guscio (il 70% consuma meno di una porzione al giorno o neanche quella). E infine l'acqua: solo il 46% beve almeno 1 litro di acqua al giorno. Non ne bevono la giusta quantità le donne, gli over 50 e le persone in possesso di un titolo di istruzione elementare.

Francesca De Vecchi

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