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mag182017

Sucralosio: Efsa dissipa i dubbi sulla sua sicurezza

Di dolcificanti, naturali o artificiali, si parla spesso per la funzione che possono svolgere in uno schema dietetico, ma anche per i rischi del loro consumo, soprattutto se ottenuti per sintesi, dunque artificiali. Fra questi ultimi c'è il sucralosio, un dolcificante intensivo, dolce fino a 600 volte più del comune saccarosio, lo zucchero da tavola, da cui si ottiene per clorinazione di tre gruppi ossidrilici; il processo forma una molecola altamente stabile al calore, quindi spesso usata come ingrediente nei prodotti industriali, soprattutto prodotti da forno, e indicato in etichetta con la sigla E 955. Come tutti gli additivi alimentari, anche i dolcificanti prima di essere ammessi al consumo, vengono valutati sotto il profilo della sicurezza sulla salute. Per i dolcificanti artificiali è definita una dose giornaliera massima in base al peso corporeo. In Europa, l'uso del sucralosio è stato approvato nel 2004, secondo i principi riportati dal Regolamento 1331/2008, ma non ha mai avuto vita facile, pur potendo vantare a suo favore numerosi studi che ne confermavano la sicurezza. Di recente lo ha ribadito Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, in un'opinione pubblicata in risposta a uno studio dell'Istituto Ramazzini di Bologna. In un lavoro del gennaio 2016, l'istituto riportava infatti un aumento di incidenza di tumori in topi nutriti con concentrazioni crescenti di dolcificante, dalla nascita e per tutta la durata della vita. I dati ottenuti, conclude lo studio, non supporterebbero i precedenti pubblicati e renderebbero necessarie ulteriori indagini, visto anche il grande numero di persone da cui il dolcificante è utilizzato. Efsa, nell'opinione, ne ribadisce la sicurezza. Secondo l'Autorità europea infatti gli studi disponibili (di farmacocinetica e tossicocinetica) confermano la sua stabilità alle condizioni d'uso definite e non rivelano metaboliti cancerogeni. Né le prove in vivo né quelle in vitro hanno confermato effetti genotossici, così come gli studi a lungo termine su modelli animali. Efsa conclude quindi che non è dimostrato alcun rischio di carcinogenesi anche a livelli di esposizione ben superiori ai livelli di consumo giornalieri, fissati, per il sucralosio, a 15mg/kg di peso corporeo.

Francesca De vecchi


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