Clinica

mar192015

Il giusto modo di porre domande nel colloquio anamnestico

Tante e diverse sono le tipologie di domanda che il professionista può utilizzare affinché il suo intervento sia funzionale al raggiungimento di un obiettivo ben definito.
Le domande rappresentano il principale strumento della strategia esplorativa. La domanda è utile sia al professionista sia al paziente poiché al primo permette di raccogliere dati e informazioni, mentre al secondo, il paziente, permette la riflessione e la consapevolezza, il ricordo puntuale e preciso fino all'attivazione di nuovi punti di vista stimolando così il pensiero creativo per attuare percorsi di salute.
Durante l'anamnesi il professionista raccoglie elementi e spiegazioni ponendosi in un atteggiamento di ascolto caratterizzato da fiducia incondizionata (senza se e senza ma), autenticità e assenza di giudizio.
Le domande, sono fondamentali per esplorare il punto di vista del paziente, per conoscere il contesto in cui è inserito e il modo in cui vive. Queste domande si differenziano per la forma ed è questa che ne determina l'utilizzo e la funzione. Possono essere:
aperte - cioè volte a stimolare il dialogo, la riflessione e la relazione. Le domande aperte in genere iniziano con espressioni come: chi, che cosa (che cosa cambierebbe della sua attuale alimentazione?); quando, quale (vuole provare a descrivere quali sono le cose che la fanno stare bene?); quanto, da che punto di vista.
Chiuse - per loro natura, vi si risponde con un "sì" oppure un "no" pertanto sono domande che servono a focalizzare/puntualizzare la situazione.
A doppia scelta - in genere è una domanda che ricerca una verifica incanalando la risposta verso una scelta data.
Tra le summenzionate tipologie le domande aperte sono le più utili per la raccolta dati ma affinché le stesse possano diventare efficaci debbono anche essere semplici, chiare, concise, senza termini medico-scientifici (o, nel caso siano presenti, accompagnati da una spiegazione essenziale e precisa) e senza giri di parole. Devono, inoltre, evitare eventuali pregiudizi, credenze e infine aumentare la consapevolezza andando al nocciolo della questione, toccando i punti ricchi di significato, stimolando la riflessione.
Tra gli errori più comuni le domande che interrompono l'interlocutore, quelle che sottintendono un rimprovero/giudizio e le domande poste in rapida successione.

Letizia Saturni


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