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set212017

Glutammati: Efsa ammonisce sui consumi elevati e chiede che diminuisca l'utilizzo nei cibi industriali

Additivi alimentari ancora sotto la lente di ingrandimento dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
È la volta dei glutammati (di sodio E 621; di potassio E 622; di calcio E 623, di ammonio E 624 e di magnesio E 625), cioè i sali dell'acido glutammico (E 620), aminoacido prodotto naturalmente nell'organismo umano e presente in forma libera anche in alcuni alimenti come pomodori, certi tipi di alghe, formaggi stagionati e salsa di soia. Come additivi alimentari conferiscono un certo sapore "salato" o un retrogusto di "carne" e sono autorizzati nell'Unione europea fino a un massimo di 10g/kg di alimento o nei sostituti del sale e negli insaporitori secondo "buona pratica di produzione".
Per queste sostanze, riassume il documento l'Opinione del Panel, dagli studi disponibili (a breve-termine, subcronici, cronici, sulla riproduzione e lo sviluppo) non sono stati osservati effetti avversi, anche riguardo la genotossicità.
L'Efsa ha tuttavia di recente rivalutato la loro sicurezza sulla base dei dati di esposizione della popolazione, auspicando per voce di Claude Lambré, presidente del gruppo di lavoro, che l'industria "riesamini i livelli massimi di acido glutammico e glutammati aggiunti agli alimenti, in particolare per prodotti di pasticceria fine, zuppe e brodi, salse, carne e prodotti a base di carne, condimenti e insaporitori e per gli integratori alimentari". Le stime dell'esposizione infatti superano largamente sia la dose giornaliera ammissibile (DGA), pari a 30mg/kg bw sia i livelli associati ad alcuni effetti nocivi nell'uomo, soprattutto quando l'esposizione è definita medio-alta. Per giungere a queste conclusioni gli esperti hanno calcolato un consumo alimentare sulla base dei glutammati dichiarati dai produttori e dei risultati analitici provenienti dagli Stati membri, ma anche considerando i dati di consumo da fonti alimentari che naturalmente li contengono.
In tutte le fasce di popolazione che seguono una dieta ricca di alimenti con glutammati aggiunti, c'è un'esposizione superiore ai livelli di sicurezza (ADI). Preoccupano soprattutto le fasce più giovani, dove l'esposizione arriva a superare le dosi associate ad alcuni effetti negativi nell'uomo, come il mal di testa, per i bambini piccoli, i bambini e gli adolescenti. "Sulla base delle prove disponibili - dichiara ancora Lambré - ci sentiamo di affermare che la DGA di gruppo, recentemente calcolata per l'acido glutammico e i glutammati, tuteli la salute dei consumatori, poiché è inferiore ai dosaggi associati a effetti nell'uomo come mal di testa, elevata pressione sanguigna e aumento dei livelli di insulina." Si devono quindi modificare le abitudine alimentari, mentre anche all'industria è richiesto un cambio di rotta.

Efsa: Scientific opinion on re-evaluation of glutamic acid (E 620), sodium glutamate (E 621), potassium glutamate (E 622), calcium glutamate (E 623), ammonium glutamate (E 624) and magnesium glutamate (E 625) as food additives

Francesca De Vecchi


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