Clinica

dic52018

Disturbi alimentari: non frequenti nei bambini sotto i dieci anni

La frequenza delle diagnosi di disturbi alimentari è risultata bassa tra i bambini di età compresa tra 9 e 10 anni in un'analisi dei dati pubblicata su JAMA Pediatrics. «La prevalenza di disturbi alimentare a esordio precoce è aumentata negli ultimi decenni, e i bambini più piccoli hanno anche più probabilità degli adolescenti di andare incontro a comorbilità psichiatriche. Un solo studio rappresentativo a livello nazionale si è occupato di questo argomento e ha riferito un tasso di prevalenza dello 0,1 in totale per i bambini da 8 a 11 anni, dello 0,3% per le ragazze e dello 0,1% per i ragazzi di età compresa tra 8 e 15 anni. Tuttavia, questo studio ha utilizzato il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM)-4 e non ha segnalato la prevalenza di diagnosi specifiche» spiega Aaron Blashill, della San Diego State University di San Diego, California, autore senior dello studio. I ricercatori hanno valutato i dati raccolti dall'Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) Study, i cui partecipanti sono un campione rappresentativo statunitense di 4.524 bambini dai 9 ai 10 anni e dei loro tutori. Hanno quindi valutato i tassi di prevalenza di anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da binge eating e altri disturbi alimentari specifici oltre a una diagnosi globale di qualsiasi disturbo alimentare, utilizzando i criteri del DSM-5.

Ebbene, la frequenza complessiva è stata di 1,4 senza differenze significative tra ragazze e ragazzi, il che suggerisce che le differenze di sesso nei disturbi alimentari potrebbero emergere solo più tardi nell'adolescenza. In questo gruppo di bambini, la prevalenza di anoressia nervosa era dello 0,1%, quella di disturbo da binge eating dello 0,6%, non ci sono stati casi di bulimia nervosa e la prevalenza di qualsiasi altra diagnosi specifica di disturbo alimentare era dello 0,7%. «In futuro i ricercatori potranno definire meglio quanto abbiamo iniziato a studiare, aggiungendo una valutazione per razza o etnia, indice di massa corporea e comorbilità psichiatriche. Man mano che la coorte ABCD rilascerà ulteriori ondate di dati, i ricercatori potranno sfruttarli per esplorare i fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari» concludono gli autori.

JAMA Pediatrics 2018. doi: 10.1001/jamapediatrics.2018.3678 http://jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/fullarticle/10.1001/jamapediatrics.2018.3678

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