Attualità

apr62016

Diete iperproteiche o chetogenetiche: un rischio per il rene?

Abbiamo chiesto a Giuseppe Quintaliani, primario di Nefrologia dell'Ospedale Silvestrini di Perugia, se un elevato apporto proteico, tipico di certe diete dimagranti, sia un fattore di rischio per la salute renale.

Esiste una correlazione fra aumentato apporto proteico e affaticamento renale in individui sani?
Non ci sono evidenze che una dieta iperproteica possa danneggiare il rene, come primum movens, parlando di diete per palestra e quant'altro. Tuttavia il rene perde la sua funzione con gli anni (circa 1 ml/min anno) e quindi con l'avanzare dell'età viene meno la sua capacità di super-lavorare. Questo meccanismo, definito di iperflitrazione o "trade off", è il sistema che porta il rene a lavorare anche per la parte che viene persa per motivi fisiologici, peggiorando ulteriormente la situazione e rendendo il danno evidente. Quindi non è sicuro aumentare il carico proteico, nelle fasi di riduzione della funzione renale, anche fisiologiche. La funzione renale inoltre deve essere valutata o con la raccolta delle urine o stimandola con formule adatte: il solo dosaggio della creatinina infatti è spesso fuorviante. In altre parole gli individui sani sono solo quelli che hanno un filtrato glomerulare sopra i 90 ml/min senza albuminuria (la albuminuria è un esame obbligatorio).

Seguire una dieta iperproteica/chetogenetica per una perdita di peso, mette a rischio la salute renale?
Bisogna ricordare che non c'è alcuna raccomandazione, anche da parte delle organizzazioni di nutrizione come Fao e Who, per assumere più proteine di quelle consigliate (non superiore al grammo per kg di peso corporeo ideale). In questo momento tuttavia la dieta chetogenetica ha un certo successo, perché funzionante. In realtà, in molti casi non è iperproteica, ma solo normoproteica con riduzione assoluta dei carboidrati per indurre chetosi. Il soggetto infatti continua ad assumere le stesse quantità di proteine che assumeva prima (1,2-1,3 gr/kg di peso). Per brevi periodi e in individui sani così come li abbiamo definiti, non ci sono problemi, tuttavia non bisognerebbe superare i 2-3 mesi di trattamento continuativo, per la formazione di acido urico, acidi e metaboliti che poi il rene deve eliminare.

Quali le controindicazioni in caso si voglia seguire una dieta iperproteica per la perdita di peso?
Le controindicazioni sono: una seppur lieve riduzione della funzione renale così come definita (*), iperuricemia, che spesso accompagna l'ipertensione e tendenza alla acidosi metabolica. Un cenno particolare deve essere fatto al paziente diabetico obeso a cui si offre questo tipo di dieta. Bisogna porre molta attenzione che non ci sia una insufficienza renale, spesso latente, né proteinuria. La proteinuria è una spia importante di danno renale a livello glomerulare e quindi un sovraccarico proteico potrebbe alterare, per una seria complessa di meccanismi ben noti in letteratura, proprio il glomerulo portando ad un peggioramento spesso non reversibile.

http://www.evidence.it/articoli/pdf/e1000090.pdf

Francesca De Vecchi


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