Attualità

giu92016

Restrizione dietetica: nelle pazienti oncologiche potrebbe migliorare gli effetti delle cure

Alimentazione e tumori femminili: il ruolo della restrizione dietetica nella paziente oncologica è un campo di studio promettente nonostante i lavori pubblicati siano pochissimi. Abbiamo fatto il punto con Anna Villarini, biologa nutrizionista, Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva, Unità di Epidemiologia Eziologica e Prevenzione, della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Dottoressa Villarini, a che punto è la ricerca?
In quest'ambito i primi studi sono stati svolti su lieviti, poi su animali. Gli studi sull'uomo sono invece pochissimi e fatti con pochi soggetti. Un gruppo in studio aveva solo una paziente con tumore al seno; è stata però osservata una diminuzione degli effetti collaterali da chemioterapia a carico dell'apparato gastrointestinale. Infatti è possibile che il digiuno diminuisca l'usura delle cellule dell'epitelio intestinale, riducendo la loro duplicazione; questo porta le cellule a una minore esposizione al danno del chemioterapico, dal momento che esso agisce maggiormente nelle cellule che si stanno replicando.

Quali sono i prossimi passi dell'Istituto?
Stiamo valutando la partecipazione a uno studio su donne con tumore alla mammella metastatico. Promosso dall'oncologa Olivia Pagano, lo studio riunisce una rete di ricercatori del Canton Ticino con la finalità di valutare se una alimentazione specifica durante la cura può favorire la riduzione delle metastasi. In letteratura c'è solo uno studio, effettuato su 10 soggetti ospedalizzati, ognuno con tumori diversi, sottoposti a un regime di digiuno vero e proprio.  Un'impostazione diversa quindi, da quella dello studio cui stiamo pensando, che utilizzerebbe la dieta che mima il digiuno. Le pazienti saranno suddivise in due gruppi: uno seguirà una dieta adeguata (formulata anche sulla base di ricerche che abbiamo già pubblicato, e secondo le indicazioni del Codice Europeo Contro il Cancro), l'altro seguirà una dieta chetogenica sbilanciata nei grassi, a bassissimo contenuto di carboidrati e di proteine.

Quali sono i meccanismi di base?
Ci ispiriamo agli studi di Valter Longo e Luigi Fontana. Nella comunità scientifica i dati preliminari hanno suscitato molto interesse. Poiché il digiuno attiva le stesse vie dei farmaci chemioterapici, c'è il sospetto che una "dieta mima digiuno" possa essere di aiuto e favorire una risposta migliore al farmaco, specialmente quando è necessario ricorrere ad una seconda linea di trattamento. Molti centri di ricerca, fra i più prestigiosi, stanno promuovendo studi in questa direzione.

Francesca De Vecchi

DALLE AZIENDE