Scienza

ott242018

Chetosi come potenziale trattamento e prevenzione per l'Alzheimer

Un' alterazione del metabolismo del glucosio nel cervello può essere uno dei primi segni distintivi dell'Alzheimer e oggi si sa che questi deficit metabolici potrebbero essere presenti nell'adulto decenni prima dell'inizio della demenza. Questa precoce compromissione del metabolismo del glucosio implica che gli interventi metabolici potrebbero essere efficaci nel prevenire o almeno inibire lo sviluppo della malattia. È stato proposto che corpi chetonici (KB), che sono prodotti quando si fa una dieta chetogenica, potrebbero essere usati per fornire un apporto energetico supplementare per il cervello, aumentando l'efficienza mitocondriale e la funzione cognitiva. Questa via metabolica coinvolge il β-idrossibutirrato (β-HB) e l'acetoacetato (ACAC), bypassando la glicolisi per produrre acetil-CoA, che può quindi essere incanalata nel Ciclo del Kreb e aumentare la disponibilità di energia nel cervello. L'evidenza suggerisce che l'assorbimento di chetoni nel cervello non è compromesso in questa patologia. Inoltre, è stato dimostrato che i corpi chetonici sono terapeutici nella protezione dalla produzione di placche di Aβ tossiche associate all'Alzheimer e questo fa sì che questa dieta possa potenzialmente aiutare a ridurre l'accumulo di placche amiloidi, invertendo la tossicità dell'amiloide beta. Al di là dei meccanismi d'azione potenziali lo studio prende in esame gli studi già condotti sull'uomo, mettendone però in evidenza i limiti metodologici, come spesso accade associati alla mancanza di rigoroso controllo dietetico nei partecipanti o alla selezione di specifiche varianze genetiche. La ricerca futura dovrebbe inoltre esplorare il potenziale di una dieta chetogenica nella sua completezza, piuttosto che concentrarsi unicamente sull'elevazione dei chetoni tramite MCT, poiché l'inibizione della glicazione attraverso il controllo dei carboidrati può essere esso stesso un fattore importante nel trattamento della malattia. Per gli autori infatti l'ipotesi più plausibile è che una dieta che comporti un aumento dei livelli di chetoni e la riduzione dei carboidrati potrebbe offrire un trattamento efficace e una strategia di prevenzione per la malattia. L'innalzamento dei chetoni ha il potenziale per migliorare il metabolismo cerebrale, ridurre l'accumulo di placche e invertire la tossicità Aβ , a supporto della neurogenesi. Un ridotto apporto di carboidrati potrebbe contemporaneamente prevenire la glicazione, con conseguente riduzione dei livelli di AGE, aumentando infine la disponibilità di ApoE lipidata. Ciò potrebbe, a sua volta, impedire carenze di grassi importanti, compreso il colesterolo. In conclusione, la strategia più adeguata sarebbe una chetogenica hight fat.

Fonti:
Julia J.Rucklidge et all. The Ketogenic Diet as a Potential Treatment and Prevention Strategy for Alzheimer's Disease, Nutrition, ottobre 2018.

Silvia Ambrogio

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