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feb162018

Microbiota intestinale, al Gemelli di Roma il primo centro specializzato in Italia

Il microbiota intestinale e le patologie correlate costituiscono un'area di ricerca in vorticoso sviluppo, applicazioni cliniche sono già disponibili e altre si intravedono per il prossimo futuro: in questo contesto è nata a Roma la prima Microbiome Clinic. «Gli interventi di modulazione del microbiota - spiega Antonio Gasbarrini, direttore area Gastroenterologia della Fondazione Policlinico A. Gemelli e presidente della sezione Lazio della Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige) - stanno entrando a tutti gli effetti nella pratica clinica e non solo nella gastroenterologia: reumatologia, oncologia, malattie neurodegenerative e tanto altro».

Se ne parla molto, ma le conoscenze sull'argomento non sono diffuse e richiedono un continuo aggiornamento perché si evolvono continuamente grazie ai risultati dei numerosi studi. «Sono sorti molti centri che caratterizzano il microbiota - riferisce Gasbarrini - ma il rischio è che non si sappia interpretare in modo corretto i dati che le aziende di diagnostica forniscono; nella Microbiome Clinic che abbiamo aperto al "Gemelli" possiamo dare un supporto per interpretare i profili metagenomici e per intervenire nel modo più opportuno: se riscontro un eccesso di certe specie batteriche che, secondo la letteratura potrebbero essere legate a all'artrite reumatoide, come posso agire? E come posso porre indicazioni per un trapianto di microbiota nel caso di clostridium difficile? Devono esserci dei centri con esperti di microbiota che siano a conoscenza delle ultime ricerche della letteratura e che in qualche modo evitino interpretazioni fantasiose dei profili metagenomici».

A oggi esiste una sola indicazione consolidata di uso terapeutico del trapianto di microbiota, ma è estremamente importante: la colite da Clostridium difficile, batterio sempre più resistente alla terapia antibiotica. «Molti utilizzano probiotici o integratori in modo indiscriminato - ribadisce Gasbarrini - mentre serve qualcuno che sia in grado di indicare come va modulato il microbiota». Per il futuro prossimo, i gastroenterologi sperano di poter trattare la colite ulcerosa, per la quale sono in corso studi randomizzati controllati e i primi risultati sono promettenti, ma la ricerca in questo settore sta procedendo in modo così rapido che è ancora impossibile stabilire dei confini alle future applicazioni.

Fonte: Doctor33.it


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