Attualità

mar152018

Fiochetti Lilla contro i DCA e a favore dell'accesso alle cure per una diagnosi completa del paziente

Creare una coscienza nazionale sui disturbi del comportamento alimentare e una rete di auto a supporto di chi soffre: è lo scopo della Giornata nazionale di prevenzione e cura dei disturbi del comportamento alimentare, che quest'anno cade il 15 marzo 2018. Anoressia, bulimia, binge eating, obesità e EDNOS (disturbi dell'alimentazione non altrimenti specificati) determinano nell'individuo effetti devastanti: depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, compromissione dell'apparato cardiaco e gastrointestinale, fino alla morte per arresto cardiaco o suicidio. «Purtroppo il numero dei pazienti non accenna a diminuire», riferisce Laura Dalla Ragione, responsabile del numero verde della Presidenza del Consiglio dei ministri 800180969. I dati dell'Osservatorio del Ministero della salute riportano che sono più di 3 milioni le persone malate; 3240 sono i morti nel 2016 per anoressia e bulimia, mentre l'età d'esordio è sempre più bassa, fra gli 8 e i 10 anni.
La terapia dei DCA dovrebbe essere concepita in termini interdisciplinari e integrati, con la collaborazione di figure professionali diverse fra internisti, nutrizionisti, psichiatri, psicologi clinici, dietisti. La famiglia è tuttavia il primo punto di riferimento, sia perché è una risorsa fondamentale nel percorso di cura sia perché in molti casi può essere il primo livello in grado di segnalare il paziente al Servizio DCA, oltre ai medici di medicina generale e agli specialisti. Ma il problema riguarda soprattutto l'accesso alle cure.
La Giornata, individuata da un Fiocchetto lilla è stata celebrata per la prima volta 7 anni fa da Stefano Tavilla, presidente dell'associazione Mi nutro di vita e padre di Giulia, morta per problemi legati alla bulimia mentre era in attesa di essere ricoverata in un centro specializzato. "In molte regioni italiane - riferisce Dalla Ragione - non ci sono strutture e questo determina una migrazione, con gravi ritardi nelle cure e nella diagnosi". È quindi necessario poter instaurare una rete di intervento, completa in tutti i vari livelli di assistenza in grado di garantire un percorso appropriato. Dall'ambulatorio, come accesso principale e filtro diagnostico, che svolge compiti di prima accoglienza, consulenza, diagnosi, rinforzo della motivazione e orientamento dei pazienti, fino ai livelli terapeutici successivi (day hospital, ricovero ordinario e residenziale) in funzione di quanto emerso dalla valutazione degli specialisti coinvolti. Per questo motivo il Ministero della Salute ha messo a punto una mappa delle strutture e delle associazioni che è disponibile anche al sito www.disturbialimentarionline.it.

Francesca De Vecchi


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