Clinica

set42015

Medical Nutrition Therapy nel diabete: fonti a confronto e vecchi retaggi

Nel corso degli ultimi cento anni, l'approccio dietetico nel diabetico è stato letteralmente stravolto. Quando negli anni Venti del secolo scorso si è iniziato a somministrare insulina, la dieta proposta al paziente era sostanzialmente chetogena, normoproteica, con un elevatissimo apporto lipidico e caratterizzata solo da un 20% di calorie provenienti dai carboidrati. Dagli anni Settanta a oggi, l'evidenza ha indotto le principali società scientifiche a orientarsi verso una dieta sostanzialmente in linea con le indicazioni dietetiche proposte per la popolazione sana. Rimane tuttavia ancora frequente l'atteggiamento di alcuni professionisti della nutrizione, che continuano a consigliare al diabetico una dieta "ipoglucidica", ma che trova in realtà fondamento soltanto in caso di una concomitante dislipidemia con fenotipo 4.
La pratica clinica insegna come tutto ciò alimenti insicurezze e comportamenti alimentari non corretti fra i pazienti che, dalle varie metodiche retrospettive e longitudinali per la valutazione degli introiti nutritivi, mostrano un'alimentazione troppo ricca di proteine animali, povera in carboidrati e non di rado caratterizzata da un notevole consumo di fruttosio e dolcificanti artificiali. Il risultato di queste abitudini alimentari, erroneamente ritenute corrette, può sortire: peggioramento delle dislipidemie dovuto a un maggior introito di grassi saturi, aumento della pressione arteriosa per eccessiva assunzione di sodio con i prodotti animali, aumento dell'iperuricemia per gli stessi motivi e per l'eccessivo consumo di fruttosio, autocannibalismo della massa magra per scarso introito energetico da carboidrati e considerevole aumento del rischio di ipoglicemie severe (seguito da iperglicemie di compenso) soprattutto nei soggetti in terapia insulinica.
Le linee guida dell'Ada (American Diabetes Association) e dell'And (Academy of Nutrition and Dietetics), nonché gli Standard italiani per la cura del diabete e le raccomandazioni 2013-14 per la Tmn del Dm (Sid-Amd), concordano sulla necessità di gestire il peso corporeo del paziente, valutare le sue abitudini alimentari, rispettare le sue preferenze, monitorare quantitativamente l'apporto dei carboidrati come strategia essenziale nel controllo glicemico, eseguire un monitoraggio e valutare l'efficacia dell'intervento. Non c'è accordo sull'opportunità di utilizzare alimenti a basso indice glicemico, per mancanza di evidenze univoche, né sulla sicurezza e l'appropriatezza dell'uso di dolcificanti. È modesta la differenza relativa all'apporto proteico e di fibra consigliato dalle diverse fonti citate, sostanzialmente in linea con quanto consigliato alla popolazione sana.

Approfondimenti:
Standard Italiani per la cura del Diabete 2014
American Diabetes Association (ADA). Standards of medical care in diabetes 2014. Diabetes Care, 2014
Academy of Nutrition and Dietetics. DM: Executive Summary of Recommendations. Evidence Analysis Library, 2008  
La Terapia Medica Nutrizionale nel DM: raccomandazioni 2013-14

Marco Tonelli


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