Clinica

ott82015

Preservare la salute dell'anziano grazie all'alimentazione

I cambiamenti fisiologici associati al processo dell'invecchiamento possono influenzare i fabbisogni nutritivi e anche l'intake dei nutrienti, ma bisogna abbandonare l'idea che oltre i 60 anni l'intervento nutrizionale debba essere rivolto essenzialmente ai pazienti fragili, malati e malnutriti. La pratica professionale quotidiana ci insegna che molta della popolazione over 60 è infatti in buona salute e conduce una vita attiva caratterizzata da circostanze ambientali e sociali che possono influire notevolmente sul modo di alimentarsi. L'alimentazione ha importanti ricadute sul processo dell'invecchiamento e sul benessere dell'anziano, promuove la sua salute, riduce il rischio di malattie croniche e qualora già ci siano ne riduce la progressione e i sintomi. Chi lavora con gli anziani deve essere proattivo nel dimostrare l'importanza che ha una corretta alimentazione, cosa saper scegliere quando si accede alla ristorazione collettiva o quando si acquista quanto ci mette a diposizione l'industria alimentare.
L'apporto energetico risulta talora eccedente le reali necessità fisiologiche correlate ad un ridotto dispendio energetico. La disidratazione si pone come una vera e propria forma di malnutrizione soprattutto in quei soggetti che cercano di ridurre la minzione per problemi di incontinenza. Un ridotto apporto proteico può esporre al rischio di sarcopenia e aumentare la fragilità. Le principali indicazioni nazionali e internazionali non si discostano dal fabbisogno proteico per la popolazione adulta più giovane (0.8-0.9 gr/kg die) ma secondo alcuni esperti fabbisogni superiori a 1 gr fino anche a 1.5 gr per gk/die, potrebbero contrastare il catabolismo proteico. Adeguati apporti di Calcio e vitamina D sono necessari per contrastare l'impoverimento della massa ossea associati a una adeguata e costante attività fisica. Forme di gastrite atrofica e diete inadeguate sono causa spesso di carenza di vit. B12 e acido folico. Inoltre, un maggior consumo di verdure e frutta cotte o conservate, a discapito di quelle fresche, si traduce in un minor apporto di antiossidanti che può favorire la degenerazione maculare senile e contrastare la riduzione delle funzioni cognitive legato allo stress ossidativo a carico del tessuto nervoso. Chiudono il quadro un eccesso di sodio, zucchero e grassi saturi, talora aumentati anche per una riduzione della percezione del gusto.
È quindi auspicabile che i professionisti della nutrizione indirizzino i singoli cittadini e/o gruppi di popolazione verso scelte mirate e che le istituzioni favoriscano percorsi assistenziali e campagne educative finalizzate a questo target di popolazione, in un paese come il nostro dove 1/5 della popolazione ha oltre 65 anni e dove tale percentuale salirà nel 2025 a 1 abitante su 4.

Per approfondimenti:
1) Position of the Academy of Nutrition and Dietetics: Food and Nutrition for Older Adults: Promoting Health and Wellness  - JAND,  August 2012 Volume 112 Number 8
2) LARN - IV revisione 2014, SINU

Marco Tonelli


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