Clinica

ott292015

Excursus tra cibi funzionali ad azione antinfiammatoria

Ci sono cibi, oli, frutti e semi che vantano caratteristiche farmacologiche di tutto rispetto. Non stiamo parlando di fitoterapici ma di alimenti che possono far parte quotidianamente della dieta individuale e che hanno caratteristiche che li fanno agire come un farmaco e spesso anche meglio. Per esempio, due coppette al giorno di mirtilli o di frutti di bosco, cambiano le risposte vascolari e circolatorie di molte persone, perché i polifenoli contenuti nei frutti modulano l'infiammazione. La portata terapeutica di questi alimenti, chiamati cibi funzionali, è tale da andare spesso oltre quanto si ritiene comunemente accettabile. Per non parlare della Curcuma, la cui protezione nei confronti delle allergie alimentari è stata recentemente documentata da Kinney (1) giustificandone l'abbondante impiego in ambito culinario. A pochi è nota l'azione antidiabetica e antinfiammatoria delle mandorle, spesso "sconsigliate" a chi ha problemi di obesità o di diabete perché molto caloriche e ricche di grassi. Invece l'elevato contenuto in proteine le rende anche lo spuntino ideale, quello davvero in grado di spezzare la fame perché la mandorla ha un indice glicemico basso, e grazie al suo contenuto di oli vegetali attiva anche la colecistokinina, una sostanza in grado di ridurre la fame senza provocare picchi glicemici. Inoltre un gruppo di ricercatori di Taiwan, ha pubblicato sullo European Journal of Nutrition i risultati di una ricerca sulla forte e naturale azione antinfiammatoria delle mandorle (2). I ricercatori hanno impostato uno studio "cross-over" (cioè ogni persona ha fatto in modo casuale prima un tipo di dieta e poi l'altra) facendo mangiare a un gruppo di diabetici che si trovavano in una classica situazione di sovrappeso e con aumento dei trigliceridi, il 20% della propria dieta sotto forma di mandorle. In media 50-60 grammi di mandorle al giorno ciascuno per un periodo di almeno 4 settimane. Nei soggetti "con mandorle", si è visto non solo un riequilibrio dei trigliceridi, ma si è potuta misurare la riduzione di molte citochine infiammatorie. In particolare un calo di interleuchina 6 (IL6) e di proteina C-reattiva (PCR) di oltre il 10% e in modo ancora più specifico un calo significativo del TNF (stessa famiglia del BAFF, B Cell Activating Factor, che ormai è riconosciuto come connesso all'infiammazione da cibo) di oltre il 15%. O pensiamo al solo fatto di masticare i "semini" dell'uva, per estrarne le proantocianidine che contengono. Zhang (3) ha dimostrato per esempio la loro importante azione di fluidificazione sanguigna, che impedisce i fenomeni trombotici così frequenti ad esempio nella patologia emorroidaria. Si tratta quindi di alimenti funzionali importanti, in grado di ridurre le necessità farmacologiche grazie anche al netto miglioramento della sensibilità insulinica, facilitando quindi lo spontaneo riequilibrio delle anomalie di metabolismo degli zuccheri e di altre importanti funzioni enzimatiche.

1) Kinney SR et al, PLoS One. 2015 Jul 6;10(7):e0132467. doi:10.1371/journal.pone.0132467. eCollection 2015
2) Liu JF et al, Eur J Nutr. 2013 Apr;52(3):927-35. doi: 10.1007/s00394-012-0400-y. Epub 2012 Jun 22
3) Zhang Y et al, J Vasc Surg. 2011 Mar;53(3):743-53. doi: 10.1016/j.jvs.2010.09.017. Epub 2010 Nov 20

Attilio Speciani


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