Clinica

dic22015

La sindrome da refeeding: fisiopatologia e trattamento

Nei soggetti particolarmente defedati in corso di rialimentazione, va prestata particolare attenzione all'instaurarsi della sindrome da refeeding, condizione che fu inizialmente osservata nei prigionieri di guerra rilasciati durante la seconda guerra mondiale e nei deportati nei campi di sterminio che, ottenuta la libertà, morirono paradossalmente per eccesso di cibo. La sindrome da rialimentazione di solito si verifica entro quattro giorni dall'inizio di una rialimentazione adeguata. Pazienti geriatrici, oncologici e con disturbi alimentari sono i più colpiti da questa sindrome e possono sviluppare disturbi idro-elettrolitici e in particolare ipofosfatemia, insieme a disturbi di tipo neurologico, polmonare, cardiaco, neuromuscolare ed ematologico.
Durante il digiuno prolungato molte vitamine e minerali si riducono gravemente, anche se i livelli sierici rimangono entro limiti di norma; la secrezione di insulina è soppressa, mentre la secrezione del glucagone è aumentata. Durante la fase di rialimentazione o refeeding riprende la secrezione di insulina in risposta alla glicemia che aumenta; aumentano anche le sintesi di glicogeno, acidi grassi e proteine. Questo processo richiede fosfati, magnesio e potassio che sono già a bassi livelli. Anche i depositi si esauriscono rapidamente. Molti elettroliti si spostano quindi nel comparto intracellulare e ciò si verifica con una diminuzione degli elettroliti sierici: il trasporto transcellulare di glucosio, PO4, K e Mg, scambiati con il Na, determina un impoverimento plasmatico di queste sostanze con spasmi, tetanie e aritmie, mentre l'aumento del Na extracellulare può determinare insufficienza cardiaca ed edemi. Diminuisce la tiamina, mediatore necessario nel ciclo di Krebs, e questo può determinare encefalopatia e acidosi metabolica, mentre l'eccesso di glucosio può determinare coma iperosmolare.
Criteri per la conferma di Sindrome da refeeding (Sdr) sono: ipofosfatemia, ipopotassiemia, ipomagniesiemia, edemi periferici e sovraccarico acuto della circolazione, insufficienza respiratoria o cardiaca o edema polmonare.
Misure generali da adottare prevedono un trattamento interdisciplinare, un prudente aumento del volume energetico e dei liquidi, ma soprattutto l'integrazione degli elettroliti e delle vitamine prima ancora della rialimentazione, secondo rigorosi protocolli. In caso di supporto artificiale, il rischio di Sdr è maggiore nella renutrizione orale e in quella parenterale rispetto a quella enterale.

Approfondimenti:
Nutrition 30(2014) 524-530
European Journal of Clinical Nutrition (2008) 62, 687-694

Marco Tonelli


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