Clinica

apr202017

LDL: colesterolo sempre cattivo?

Si resta sorpresi quando ci si accorge che moltissime persone di età superiore ai 60 anni stanno assumendo statine senza avere alcun precedente patologico che le giustifichi. La semplice lettura di un valore di colesterolo elevato in un soggetto di 65-70 anni e ancora di più negli ultra ottantenni potrebbe essere un'arma a doppio taglio che genera più problemi (e più gravi) di quelli che vorrebbe risolvere.
Un bel lavoro danese pubblicato sullo Scandinavian Journal of Primary Health Care (1) ha definito che nei soggetti di più di 60 anni di età, l'aumento del colesterolo LDL porta a una riduzione del rischio di morte per qualsiasi causa in modo molto significativo sia nei maschi sia nelle femmine: un rischio quasi dimezzato rispetto invece a chi ha il colesterolo basso.
Un lavoro cinese pubblicato nel 2015 su Atherosclerosis (2) ha addirittura evidenziato che per ogni 39-40 mg/dl in più (in più!) di LDL, cioè di colesterolo cattivo, in soggetti di più di 80 anni, si ha una riduzione del rischio di morte da tutte le cause (cardiovascolari incluse) del 19%. Significa che il colesterolo elevato della persona anziana, secondo questa ricerca, ha un impatto protettivo molto favorevole sulle malattie tumorali, su quelle degenerative e anche sulle stesse malattie cardiovascolari.
Una review pubblicata sul British Medical Journal online (3) nel giugno 2016, ha confermato in modo rigoroso questi sospetti, stimolando una serie di riflessioni sul ruolo dell'LDL e dei valori assoluti di colesterolo nella persona anziana. Quest'ultimo lavoro è stato svolto da universitari e ricercatori di tutto il mondo che hanno posto addirittura seri dubbi sulla "ipotesi colesterolo" finora ritenuta valida. La loro revisione, applicata a circa 70.000 persone, ha confermato il fatto che, dopo i 60 anni, la mortalità per tutte le cause, compresa quella per malattie cardiovascolari, non appare significativamente correlata con i livelli di colesterolo e di HDL.
Si tratta di una vera rivoluzione concettuale.
La lettura e la conoscenza anche solo di questi tre lavori, rimarca la necessità di ridefinire con precisione i valori di colesterolo adatti all'anziano. La visione di tanti "capelli grigi" che escono dalle farmacie pieni di prodotti anti-lipidici fa riflettere a fondo. A fronte di dati di mortalità che segnalano problematico, dopo i 60 anni, l'uso di farmaci che invece vanno bene a 40 o 50 deve indurre il medico a una riflessione pacata prima della prescrizione.
Un dato è certo: l'organismo umano varia i suoi bisogni in relazione all'età e il medico può e deve tenerne conto.

1) Bathum L et al, Scand J Prim Health Care. 2013 Sep;31(3):172-80.
2) Lv YB et al, Atherosclerosis. 2015 Mar;239(1):137-42.
3) Ravanskov U et al, BMJ Open. 2016 Jun 12;6(6):e010401.

Attilio Speciani


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