Clinica

lug52017

Migliorare i risultati della chirurgia estetica con l'alimentazione

Al recente convegno spagnolo di chirurgia estetica "XXV Jornadas Mediterraneas" tenutosi a Sitges, in Catalogna, insieme a dermatologi, medici e chirurghi estetici di tutto il mondo, si è discusso anche degli aspetti nutrizionali che possono facilitare il miglior esito di un intervento profondo effettuato sulla pelle, di un impianto cutaneo o di una chirurgia estetica specifica. Ha tenuto banco il valore dell'infiammazione, in grado di rendere vano qualsiasi tentativo di riparazione a causa del possibile edema dei bordi lesionali e della infiltrazione macrofagica delle ferite, per non parlare delle possibili questioni legali che spesso ne derivano. È ormai noto che l'assunzione ripetuta di alcuni alimenti, come spiegato da Lied (1), può determinare, per la attivazione dei Toll Like Receptors (immunità innata), l'innalzamento del BAFF (B Cell Activating Factor) che va poi a scatenare processi specifici correlati anche alla immunità adattativa. Fin dal 1992, Porras-Reyes (2) ha dimostrato che un aumento di PAF (Platelet Activating Factor) determina infiltrazione macrofagica del bordo della ferita, ritardandone la guarigione. Nel 2016, Finkelman (3) ha confermato l'interazione di BAFF e PAF e di altre citochine come il TNF-alfa nella risposta infiammatoria agli antigeni alimentari. Banham inoltre (4) ha indicato che alti livelli di BAFF possono indurre il rigetto di qualsiasi impianto o trapianto. È ben conosciuto il fatto che BAFF e TNF-alfa sono espressi in quasi tutte le patologie infiammatorie della pelle (5) e la attivazione delle cellule B esercita effetti proinfiammatori specifici già nei cheratinociti normali e in modo più intenso nelle patologie infiammatorie cutanee. Per questo, BAFF e PAF sono importanti nella pratica clinica di qualsiasi dermatologo o chirurgo che voglia lavorare con sicurezza sul piano estetico e generale. Misurando queste citochine e valutando il profilo alimentare corrispondente, si può indicare una dieta personalizzata almeno nei 15-20 giorni a cavallo di un'importante azione clinica o di un intervento chirurgico. Si tratta di una opzione che favorisce, con l'abbassamento di queste citochine infiammatorie, la riparazione rapida delle ferite chirurgiche o delle microlesioni post-trattamento, aumentando la soddisfazione del cliente e dando supporto alla abilità e alla reputazione del terapeuta. Come già spiegato su queste pagine, si tratta di una dieta individuale su base scientifica che ogni medico può indicare attraverso semplici valutazioni analitiche.

1) Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73. Epub 2010 Mar 26
2) Porras-Reyes BH et al, Surgery 1992 Apr;111(4):416-23.
3) Finkelman FD et al, J Allergy Clin Immunol. 2016 Jun;137(6):1674-80. Epub 2016 Apr
4) Banham G et al, Transplantation. 2013 Aug 27;96(4):413-20.
5) Alexaki VI et al, Endocrinology. 2012 Feb;153(2):739-49. Epub 2011 Dec 13.
6) Nutrizione 33, 2 maggio 2017 Speciani A. "A ogni persona la sua dieta

Attilio Speciani


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