Clinica

gen142019

Indice infiammatorio alimentare e malattie cardiovascolari

In un recente articolo di Nutrizione33 (1) ho riportato una serie di considerazioni relative alla correlazione, dimostrata da Shivappa e Grosso (2), tra Dietary Inflammatory Index (DII ®) e cancro del colon. La formulazione di questo indice di riferimento si è basata sulla revisione di tutta la letteratura pubblicata dal 2009 sul rapporto tra dieta e infiammazione. Lo scopo di questo lavoro è di quantizzare in modo più preciso il rapporto complessivo tra gli alimenti introdotti nell'organismo e un generale indice infiammatorio che questi possono sviluppare. Si tratta di uno strumento molto innovativo, nonostante i parametri considerati siano di tipo epidemiologico e statistico e non possano caratterizzare l'individualità di risposta infiammatoria, valutabile invece attraverso misurazioni dirette di citochine infiammatorie, come dimostrato da Lied per il BAFF (3). Di fatto però, questo indice di riferimento, ormai validato, si sta rivelando un importante strumento per verificare sul piano epidemiologico l'utilità di una particolare abitudine nutrizionale. Il DII è composto di 45 parametri dei quali 36 sono antinfiammatori (tra questi fibra, uso moderato di alcol, acidi grassi monoinsaturi, isoflavoni, antocianidine, curcuma, aglio, zenzero), mentre 9 sono invece infiammatori (tra questi acidi grassi transidrogenati, eccesso di ferro, eccesso di carboidrati, densità calorica). Il gruppo di Shivappa ha effettuato una meta-analisi per valutare la comparsa di malattie cardiovascolari e il rischio di mortalità da queste derivante, in correlazione con le abitudini alimentari e con i valori di DII. Il loro lavoro, pubblicato su Nutrients (4) ha analizzato 11 studi dei quali 9 prospettici, per un totale di 161.337 partecipanti tra cui 15.738 casi. I risultati hanno evidenziato, come per lo studio sul cancro del colon, una forte correlazione tra eventi cardiovascolari e assunzione alimentare pro-infiammatoria. Le persone con DII nel gruppo più elevato (massimo potenziale infiammatorio) hanno dimostrato un rischio di contrarre malattie cardiovascolari (mortalità derivante da queste inclusa) del 36% maggiore rispetto alle persone con un DII basso (minima potenzialità infiammatoria e massima protezione). Gli stessi autori considerano, nella discussione, che l'aumentata introduzione di prodotti alimentari sani e antinfiammatori, come frutta fresca e vegetali in foglia, affiancati alla riduzione nella assunzione di alimenti pro-infiammatori come carni processate e bevande dolcificate, può giocare un ruolo vitale nella riduzione del rischio cardiovascolare e della mortalità a questo correlata. Quando nel campo della ricerca clinica si riesce a misurare quello che una volta veniva solo "supposto", si è fatto un passo importante per il futuro della medicina.

Fonti
1) Nutrizione33 - Indice infiammatorio alimentare e protezione dal cancro del colon http://www.nutrizione33.it/cont/nutrizione33-articoli/30817/indice-infiammatorio-alimentare-protezione-cancro-colon.aspx
2) Shivappa N et al, Nutrients. 2017 Sep 20;9(9). pii: E1043
3) Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73. Epub 2010 Mar 26
4) Shivappa N et al, Nutrients. 2018 Feb 12;10(2). pii: E200.

Attilio Speciani


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