Scienza

feb202017

L'introduzione precoce di arachidi nella dieta contrasterebbe lo sviluppo di allergia

Nei Paesi occidentali, negli ultimi dieci anni, la prevalenza delle allergie alle arachidi nei bambini è quasi raddoppiata, raggiungendo tassi del 3%.(1-3) Tra le allergie alimentari, questa rappresenta senz'altro la principale causa di anafilassi e di morte e impone sostanziali oneri economici e psicosociali ai pazienti e alle loro famiglie.(4) L'allergia alle arachidi si sviluppa molto presto nell'arco della vita e raramente se ne guarisce.(5-7) In passato, le linee guida di pratica clinica raccomandavano l'assoluta esclusione di alimenti contenenti allergizzanti dalle diete dei neonati e delle loro madri durante la gravidanza e l'allattamento.(7,8) Tuttavia, nel 2008 tali raccomandazioni sono state ritirate, dal momento che numerose ricerche hanno costantemente fallito nel dimostrare l'efficacia dell'eliminazione degli allergeni nello sviluppare allergie alimentari IgE-mediate.(9) Pertanto, rimane ancora da capire quale sia la strategia migliore per prevenire questa allergia alimentare. In questo contesto, lo studio LEAP (Learning Early about Peanut Allergy) è stato concepito proprio per determinare se l'introduzione precoce di arachidi nella dieta potesse rappresentare un'arma efficace di prevenzione primaria. Sono stati arruolati 640 neonati, tra i 4 e gli 11 mesi, che presentavano una grave forma di eczema e/o allergia all'uovo e sono stati assegnati a due diverse coorti, in base ai risultati ottenuti con un test cutaneo preliminare per la sensibilità a un estratto di arachidi. All'interno di ogni coorte, i bambini sono stati casualmente suddivisi in due gruppi: il primo doveva consumare arachidi fino a 60 mesi, il secondo doveva escluderli totalmente dalla dieta. Tra i 530 bambini che avevano avuto inizialmente un risultato negativo nel test cutaneo preliminare, la prevalenza di allergia alle arachidi a 60 mesi è stata del 13,7% nel gruppo di esclusione e del 1,9% nel gruppo di consumo. Tra i 98 partecipanti che invece avevano avuto risultato positivo, la prevalenza di allergia alle arachidi è stata del 35,3% nel gruppo di esclusione e del 10,6% nel gruppo di consumo. Non è stata inoltre registrata nessuna differenza significativa tra i gruppi nell'incidenza di eventi avversi gravi. In conclusione, anche se questo studio presenta alcune limitazioni, come la mancanza di un placebo o l'inclusione di neonati a basso rischio, l'introduzione precoce di arachidi sembrerebbe contrastare lo sviluppo di allergia a tale alimento, soprattutto nei bambini ad alto rischio.

Maurizio Battino, Francesca Giampieri

Bibliografia:
1. Allergy 2014;69:62-75.
2. Allergy 2010;65:103-8.
3. J Allergy Clin Immunol 2010;125:1322-6.
4. Allergy 2010;65:933-45.
5. J Allergy Clin Immunol 2001;107:191-3.
6.  Clin Exp Allergy 1997;27:634-9.
7. Committee on Toxicity of Chemicals in Food, Consumer Products and the Environment. Peanut allergy. London: Department of Health, 1998
8. Hypoallergenic infant formulas. Pediatrics 2000;106:346-9.
9. Allergy 2014;69:581-9.
10. N Engl J Med 2015; 372:803-813.


DALLE AZIENDE