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mar232015

Celiachia: AIC pubblica un vademecum per la diagnosi precoce nelle donne

In Italia si stima che soffrano di celiachia circa 600mila persone (l'1% della popolazione) e due casi di celiachia su tre siano donne. Alla base di questa proporzione vi è senz'altro il fatto che le donne sono generalmente più attente alla loro salute e quindi approfondiscono con il medico curante, arrivando prima alla diagnosi.
Proprio per aumentare la consapevolezza nelle donne, l'Associazione italiana di Celiachia (AIC) ha pubblicato il vademecum "Progetto donna, approccio nuovo alla diagnosi", con la finalità di facilitare alle pazienti il riconoscimento e la descrizione di sintomi atipici e aiutare il medico a stilare una diagnosi più rapida e precisa, permettendogli, solo in seguito al riconoscimento della malattia, di prescrivere il ricorso a una dieta specifica senza glutine.

Oggi si sa che la celiachia può insorgere in individui geneticamente predisposti, per l'intervento di fattori ambientali che, a qualsiasi età, sono in grado di far emergere la malattia: fra questi infezioni, stress e gravidanza. Secondo i dati della Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia del Ministero della Salute (2013), la maggior parte dei celiaci in Italia deve ancora essere diagnosticato: in totale i malati riconosciuti sono solo il 30% circa di quelli stimati (ma le nuove diagnosi crescono del 10% all'anno); anche fra le donne celiache, il doppio rispetto agli uomini, il 72% ancora non sa di essere intollerante al glutine.
I sintomi classici che coinvolgono l'apparato gastrointestinale sono spesso sostituiti da manifestazioni atipiche, per lo più extra-intestinali, che rendono più difficile la diagnosi: oltre all'anemia, dolori ossei, crampi, formicolii, afte o disturbi psichici; nelle donne anche menopausa precoce, infertilità, osteoporosi e problemi in gravidanza che coinvolgono la coppia mamma-feto. Una diagnosi precoce nella popolazione femminile, seguita dall'adozione di una dieta priva di glutine previene le complicanze legate alla malattia, rimette i sintomi e permette alle donne una vita normale. La sensibilizzazione dei medici di medicina generale e della popolazione, con campagne mirate, è stata probabilmente la chiave per aumentare le diagnosi, ma c'è ancora molto da fare.

La guida è disponibile sul sito www.celiachia.it e verrà nei prossimi mesi distribuita in formato cartaceo anche presso gli studi dei medici di famiglia.
 
Francesca De Vecchi

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