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ott152015

Malattie neurodegenerative e interventi dietetici mirati: la dieta mediterranea per prevenire, gestire e rallentare il decorso

Con Sandro Iannaccone, primario di Riabilitazione specialistica-Disturbi neurologici, cognitivi e motori dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, abbiamo parlato della dieta nel corso della terapia delle demenze e della malattia del Parkinson, le più importanti dal punto di vista epidemiologico perché da sole rappresentano circa il 70-80% di tutte le patologie neurodegenerative.

Nell'ambito delle malattie neurodegenerative cosa si può ottenere con un intervento dietetico mirato?
Le malattie neurodegenerative provocano spesso una riduzione delle capacità motorie. La riduzione della motilità intestinale è un problema strettamente connesso e comune a tutte. L'alimentazione deve prevedere almeno 1 litro e mezzo d'acqua al giorno, oltre a prediligere insalata, frutta e verdura, meglio se cotta. Nelle fasi avanzate della malattia subentra invece la disfagia: una difficoltà di deglutizione che allunga i tempi del pasto, interrotto anche da continui colpi di tosse. Una volta opportunamente diagnosticata, bisogna introdurre alimenti con una consistenza pastosa: né solida né liquida, tipo purè di patate o alimenti omogeneizzati.

Quali sono le principali raccomandazioni dietetiche durante la terapia?
In genere si consiglia di seguire la dieta mediterranea, che facilita la deglutizione poiché contempla molti alimenti di consistenza opportuna. Inoltre apporta antiossidanti (frutta e verdura) che concorrono anche a ridurre la progressione della malattia. Per la malattia del Parkinson ci sono accorgimenti specifici. L'apporto proteico da carne potrebbe portare a competizione fra le proteine della dieta e il farmaco più usato, la Levodopa, che è appunto una proteina. Per evitare la diminuzione dell'assorbimento il consiglio è di prendere la medicina lontano dal pasto o comunque di non associarlo a proteine della carne.

Cosa si può dire a livello di prevenzione?
Parkinson e demenza in particolare sono influenzate dai disturbi vascolari: si manifestano con un effetto soglia, quando cioè il danno celebrale si attesta oltre determinati livelli. Si possono avere forme di demenza o Parkinson neurodegenerativi, o vascolari, ma spesso si osservano forme miste, con una componente neurodegenerativa e una vascolare. Quindi tutti i fattori dietetici di prevenzione delle malattie vascolari valgono anche per le malattie neurodegenerative: proprio perché il danno vascolare si somma a quello degenerativo causando il manifestarsi della malattia.

Quali nutrienti limitare in particolare?
L'ipertensione arteriosa è il fattore di rischio vascolare principale e si controlla diminuendo l'apporto di sale nella dieta. È importante anche limitare l'assunzione di grassi saturi, quindi trigliceridi e di colesterolo, facendo attenzione ad alcuni tipi di carne, insaccati, formaggio stagionato e alcolici. Lo schema dietetico della dieta mediterranea è dunque il principale riferimento, essendo un elemento di riduzione di rischio delle malattie vascolari e quindi neurodegenerative.

Si fa uso di integratori specifici?
Dai dati di letteratura non emerge un consenso unanime per alcun integratore in particolare. Nella prassi vengono somministrate vitamine antiossidanti, soprattutto vitamina E.

Francesca De Vecchi


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