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nov22016

Alimenti a fini medici speciali: una proposta di legge per renderli detraibili

Presentata lo scorso 18 ottobre dall'On. Vittoria D'Incecco, una proposta di legge che mira a rendere gli Alimenti a Fini Medici Speciali (Afsm) detraibili ai fini dell'Irpef al pari delle altre spese mediche. Con una costo che per l'erario ammonterebbe a 6,6 milioni di euro per tre anni, si potrebbe fare un passo importante per favorire una corretta nutrizione clinica e combattere gli stati di malnutrizione che facilmente si instaurano nel corso di malattie croniche e negli anziani, con un recupero in termini di costi sociali e di benefici per i pazienti.
Gli Afsm (Reg. UE 609/2013), pur essendo alimenti notificati al Ministero della Salute e somministrati sotto supervisione medica, non godono di alcun favore fiscale: un aggravio alle spese che le famiglie dei malati devono sostenere, denuncia Tonino Aceti, del Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva. Ad essere detraibili sarebbero tutti quei prodotti oggi inseriti nella sezione A1 del Registro Nazionale (art. 7 del DM 8 giugno 2001), con l'esclusione di quelli destinati ai lattanti.
Gli Afms hanno un ruolo ben diverso dagli integratori, precisa Maurizio Muscaritoli dell'Università La Sapienza di Roma. Sono indispensabili per la prevenzione e cura di stati di malnutrizione, per eccesso ma soprattutto per difetto (sottopeso), dove vi sia una limitata o diminuita capacità di assunzione, digestione, e metabolizzazione di alimenti di uso corrente. I soggetti a rischio di malnutrizione per difetto, cui la normale dieta non riesce a sopperire, sono pazienti chirurgici, o con malattie acute o croniche (Parkinson e demenza), o malattie respiratorie, gastroenterologiche, polmonari, o ancora con insufficienza renale, cardiaca o epatica.
Si stima che in Europa siano 33 milioni gli adulti a rischio. In Italia, una survey in 13 ospedali di varie Regioni ha rilevato una prevalenza media di quasi il 31% con picchi maggiori nei pazienti oncologici e negli anziani. Queste due categorie sembrano costituire un obiettivo ben preciso della proposta. Gli anziani, oltre i 65 anni, sono soggetti a rischio a causa dei fattori legati all'invecchiamento o a patologie concomitanti. 1 paziente oncologico su 5, invece si stima che muoia a causa della malnutrizione o che essa arrivi ad aumentare gli effetti collaterali durante i trattamenti di chemioterapia, fino a causarne la sospensione o ancora possa diminuire la risposta al trattamento. La malnutrizionep er difetto è quindi "una malattia nella malattia", che potrebbe trovare un contrasto in alimenti formulati proprio per rispondere ad esigenze cliniche particolari.

Francesca De Vecchi

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