Attualità

mar222017

Svezzamento: Acp dice no alla promozione degli alimenti industriali negli studi pediatrici

Ferma presa di posizione dell'Associazione culturale pediatri (Acp) contro la campagna in favore degli alimenti per infanzia di produzione industriale, diffusa dall'Associazione italiana industrie prodotti alimentari (Aiipa). Ne abbiamo parlato con Sergio Conti Nibali, responsabile del gruppo nutrizione Acp.

Gli  alimenti specifici per la nutrizione infantile,  espressamente destinati ai lattanti (età inferiore ai 12 mesi) e ai bambini fino a 3 anni, fabbricati e commercializzati nel rispetto della normativa vigente nel nostro Paese "devono assicurare il rispetto di standard di sicurezza alimentare e di tracciabilità ed essere senza ogm, coloranti e conservanti" ricorda Aiipa, nel lancio di una campagna di comunicazione rivolta ai pediatri, sostenuta anche della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e della Società italiana di pediatria (Sip).
Il fronte degli specialisti non è tuttavia compatto. Acp ha risposto con il comunicato "Cibi industriali meglio di quelli naturali? Vietato disinformare", invitando i pediatri italiani a non aderire all'iniziativa, per non farsi portavoce dell'industria e perché la filiera del prodotto fresco, validata dai Ministeri dell'agricoltura e della salute "sarebbe già controllata per legge e idonea all'alimentazione dei più piccoli".
Uno degli argomenti più discussi riguarda il contenuto di contaminanti dei prodotti convenzionali. Il problema del "multiresiduo", in particolare per i più piccoli, è molto sentito perché, dicono gli esperti, non si conoscono a fondo le conseguenze dell'esposizione a un cocktail di sostanze tossiche, sebbene ognuna presente entro il limite di legge stabiliti.
Acp da sempre incoraggia, intorno al sesto mese di vita, l'alimentazione complementare a richiesta del bambino, utilizzando gli alimenti consumati in famiglia. Via libera dunque a una dieta ricca di frutta, verdura e ortaggi freschi per tutta la famiglia, facendo ricorso, quando è possibile ai prodotti a filiera corta, spesso anche biologici. I genitori possono stare tranquilli.
"Acp ovviamente non crede che la contaminazione degli alimenti sia un problema inesistente o quasi", spiega Sergio Conti Nibali. "Siamo ben consapevoli dei problemi conseguenti all'inquinamento, ma ci atteniamo semplicemente a quanto affermano l'Ente europeo di riferimento e le Istituzioni sanitarie nazionali nei loro dati, dai quali risulta che la contaminazione degli alimenti è un problema sotto controllo in Italia."
Per quanto riguarda i singoli inquinanti, Conti Nibali fa notare che i pesticidi sono normati. Anche additivi, coloranti e conservanti non sono un problema "dal momento che Acp raccomanda di far uso di prodotti freschi, non trasformati, che naturalmente non ne contengono". I prodotti industriali, rispetto al prodotto fresco, nuocciono alla cultura del cibo delle popolazioni e di ogni famiglia, conclude Acp, sia perché delegano a terzi le scelte di nutrizione dei propri figli sia perché rischiano di penalizzare i nuclei con maggiori difficoltà economiche.

Francesca De Vecchi

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