Attualità

mag112017

Abitudini alimentari: i 5 profili degli italiani

Le abitudini alimentari degli italiani, pur in un'epoca di sentito salutismo, risultano carenti in diverse componenti fondamentali per un corretto apporto alimentare e quindi per un'efficace protezione della salute. Lo dimostrano i risultati del Test della Piramide raccolti da "Curare la Salute" ed elaborati dal Censis (Centro studi investimenti sociali) presentati questa settimana durante il convegno Spazio Nutrizione a Milano. La ricercatrice Ketty Vaccaro, responsabile area salute dell'istituto di ricerca Censis, elaborando i dati raccolti ha identificato cinque gruppi omogenei connotati da ben determinate abitudini alimentari. Il 31,6% del campione è rappresentato da donne quarantenni sempre a dieta (proteica), donne lavoratrici attente alla propria salute, soprattutto quella del corpo: fanno palestra, amano il cibo, gli alcolici, fanno uso prevalente di proteine, ma sono carenti in molti altri cibi, soprattutto nei cereali. Nel 22,5% del campione, prevalentemente femminile, in età perimenopausale e di cultura medio-elevata, la ricerca della salute passa attraverso la scelta alimentare: mangiano pesce e carni bianche, legumi, pochi cereali, frutta ma poca verdura, anche se sono convinte di consumarne molta. Queste donne si concedono qualche dolce e non rinunciano all'attività fisica. Ci sono poi le donne più anziane (13,8%), prevalentemente laureate e con un concetto molto elitario di prendersi cura della propria salute: sport, cereali, legumi, frutta e verdura (poca!), ma pochissimi derivati animali. Il 14% del campione è invece rappresentato da maschi onnivori, dai 30 anni in su, che svolgono attività fisica sostenuta, mangiano frutta e verdura, ma si concedono molto spesso ampie gratificazioni alimentari; stessa scelta per i maschi under 30 che però eccedono maggiormente negli alcolici e nei dolci, oltre a consumare pochissimo pesce. 
Ne è derivato quindi un quadro del tutto inedito, e per certi aspetti sorprendente, delle abitudini alimentari degli italiani, da cui risulta la crescente tendenza a consumare poca frutta, verdura e pesce, pochi legumi, addirittura poca pasta. Soltanto l'olio mantiene stabilmente il suo consumo. «È un segno del paradosso alimentare di questi tempi», commenta Michele Carruba, direttore del centro studi e ricerche sull'obesità dell'Università di Milano. «L'abbondanza dei cibi oltre al cambiamento dello stile di vita e abitudini alimentari hanno portato a un impoverimento nella qualità dei consumi» spiega il professor Carruba, e all'abbandono di quegli alimenti più semplici ma nutrizionalmente più nobili che appartengono da sempre alla nostra cultura alimentare mediterranea.

Silvia Ambrogio


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