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giu202017

Protocolli nutrizionali per l'Alzheimer, il primo obiettivo è mantenere l'organismo in equilibrio

"Un problema serissimo, anche per le implicazioni economiche e sociali. Quarantasette milioni di malati nel mondo, di cui 1 e mezzo in Italia" sono i numeri che descrivono la malattia di Alzheimer ricordati da Elio Scarpini, Direttore Unità Valutativa Alzheimer Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, "Centro Dino Ferrari", intervenuto nell'ambito di un incontro scientifico dedicato a nutrizione e malattie neurodegenerative. "Oggi le terapie non sono molto efficaci e non esiste una cura. Bisogna invece cercare di ridurre il numero di questi pazienti", ricorda l'esperto. "Tutto si gioca sulla prevenzione con uno stile di vita corretto e una dieta adeguata, possibilmente tenendo il cervello in allenamento. La diagnosi precoce è importante perché dà al paziente una prospettiva di vita, anche perché quando si parla di malattie neurodegenerative e di demenze non c'è solo la malattia di Alzheimer ma forme più rapide e forme più lente; in alcuni casi, inoltre, una terapia preventiva può essere più efficace che in altri."
Certamente le dimensioni del problema costringono a guardare alla prevenzione. Quanto l'alimentazione può mitigare il decorso della malattia?
"Per l'Alzheimer - spiega l'esperto - i dati epidemiologici dimostrano una frequenza molto più bassa nei Paesi poco sviluppati, pari circa a circa 1/3 di quella dei Paesi industrializzati; a dimostrazione di quanto il tipo di alimentazione - povera e senza grassi animali, senza zuccheri semplici e con poco sale - giochi un ruolo protettivo, pur non essendo certamente l'unico fattore. In corso di malattia, invece, non ci sono protocolli nutrizionali definiti. Ci si regola sul singolo malato. Un'alimentazione equilibrata, però, ha un ruolo fondamentale perché contribuisce a mantenere uno stato di benessere del paziente, senza privarlo di elementi importanti. Il paziente che ha disagi a livello gastrointestinale, per fare un esempio concreto, si agita, smania. Negli stati di disagio possono poi sopravvenire anche irritabilità, nervosismo e insonnia.
Il malato di A. è un paziente molto fragile, conclude Scarpini.  L'alimentazione sana e semplice deve essere finalizzata a non creare squilibri; riuscendo a mantenere basso lo stato di malessere si migliora nel complesso la qualità della sua vita, anche per evitare di utilizzare farmaci che, contrastando i sintomi, possono dar luogo a circuiti viziosi."

Francesca De Vecchi


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