Clinica

set242015

Normopeso o sovrappeso? Una questione geneticamente determinata e immunologicamente mediata

Il ruolo dell'infiammazione nello sviluppo e nel mantenimento del sovrappeso e dell'obesità è ormai sostenuto da una notevole messe di dati. Ancora poco chiari sono però i meccanismi che attivano tale infiammazione. Alcuni studi recenti si sono focalizzati sul possibile ruolo in questo processo dell'inflammosoma, un complesso di proteine intracellulari appartenenti all'immunità innata. L'aggregazione delle proteine dell'inflammosoma è attivata dal legame di composti endogeni o esogeni a particolari sensori di pericolo e comporta la produzione di citochine infiammatorie, e in particolare di interleukina (IL)1b e IL-18. 
Uno studio di prossima pubblicazione (1) mostra come in un gruppo di adolescenti obesi la trascrizione delle proteine dell'inflammosoma, la formazione di inflammosomi pienamente funzionali e la produzione di IL-1b e IL-18 siano grandemente aumentati rispetto a quanto si osserva in un gruppo di controllo normopeso. Di notevole importanza appare l'osservazione secondo cui, in quegli adolescenti obesi che erano significativamente dimagriti dopo un follow-up di 12 mesi caratterizzato da un intenso supporto psicologico e nutrizionale, scompariva l'attivazione dell'inflammosoma e si normalizzava la produzione di citochine infiammatorie.

Ma quali sono i segnali che attivano il processo infiammatorio in questa condizione dismetabolica?
Le risposte possibili sono molteplici. Una prima ipotesi si basa sul legame al Nod-like receptor protein 3 (NLRP3), il più studiato dei sensori di pericolo intracellulari che attivano l'aggregazione dell'inflammosoma, di "stress proteins" quali la ceramide o le low density lipoproteins (LDL). Una seconda linea di ricerca si focalizza sul circuito vitamina D/recettore della vitamina D (VDR). In quest'ultimo caso, analisi recentissime da noi svolte in una popolazione Saudita hanno mostrato che i soggetti obesi sono caratterizzati da varianti genetiche (single nucleotide polymorphisms o SNP) nel VDR che permettono la definizione un particolare aplotipo che si associa a aumentata attivazione dell'inflammosoma e a significativo incremento della produzione di (IL)1b e IL-18. (2) 
Insomma, appare sempre più chiaro che la differenza tra la maggioranza di noi, che nonostante una costante attenzione a quanto e cosa mangia non perde un etto, e i fortunati che mantengono una linea invidiabile nonostante si ingozzino di ogni ben di Dio, sia geneticamente determinata e immunologicamente mediata. Corollario di tutto ciò è la possibilità che farmaci che inibiscono l'attività dell'inflammosoma possano essere utili nella terapia dell'obesità.

1) Rainone V et al, Internat J Obesity, in press, 2015
2) Al-Daghri NM et al , PLOS One, 9: e10214, 2014

Mario Clerici


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