Clinica

feb162017

Il ruolo determinante della terapia dietetica nella cura del morbo di Parkinson

La malattia di Parkinson (MP) è la seconda patologia neurodegenerativa più comune dopo la malattia di Alzheimer. Tipicamente, la prevalenza aumenta con l'età e, a oggi, è stata data la conferma del coinvolgimento dell'apparato gastrointestinale nei malati di Parkinson che deriva soprattutto dal fatto che questi pazienti soffrono spesso di disturbi in questo distretto (lento svuotamento gastrico con senso precoce di sazietà, gonfiore addominale, nausea).
Poiché, per questi disturbi, il paziente con MP soffre anche di malnutrizione, sono stati registrati deficit vitaminici come di vitamina D che, inoltre, espone il soggetto a un maggiore rischio di frattura ossea.
Oggi, nelle strategie terapeutiche per la cura del morbo di Parkinson, oltre alla terapia farmacologia e alla terapia fisiatrica, la terapia dietetica inizia ad avere un ruolo altrettanto determinante nel controllo della sintomatologia motoria, oltre al fatto di essere estremamente utile nel mantenere una migliore qualità di vita.
La dieta nei pazienti affetti da morbo di Parkinson deve presentare i seguenti obiettivi:
• Mantenere un corretto peso corporeo.
• Prevenire e/o correggere eventuali difficoltà nella deglutizione.
• Mantenere un'idratazione ottimale (almeno 1,5 litridie)
• Favorire un adeguato apporto di minerali e vitamine.

Inoltre, se il paziente è in terapia con levodopa è importante:
• limitare il quantitativo giornaliero di proteine (a 0,8 gkg peso corpore), controllando il timing di assunzione delle proteine.
• Prevenire eventuali riduzioni dell'efficacia del farmaco se assunto in contemporanea con un pasto ricco di aminoacidi.
• Prevenire o limitare la nausea durante l'assunzione del farmaco.

Bibliografia:
Neurology 2011; 77:1761-7.
J Neurol Sci 2011; 310:152-8.

Simone Perna


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