Clinica

mag242018

Il weight cycling nell'obesità è dannoso? No, è solo un mito

La maggior parte dei trattamenti dell'obesità è efficace a breve termine, ma circa l'80% dei pazienti che ha intenzionalmente perso peso ritorna al suo peso di partenza entro tre anni di follow-up. Questo fenomeno, definito come weight cycling o "effetto yo-yo", è stato studiato negli ultimi trent'anni per i suoi potenziali effetti avversi sulla salute. Tuttavia i dati della ricerca hanno prodotto risultati inconsistenti perché gli studi effettuati sono caratterizzati da numerosi limiti metodologici.
Il primo limite è la definizione arbitraria di weight cycling, che ha reso difficile confrontare i risultati degli studi. Inoltre, nella maggior parte degli studi il weight cycling è stato valutato in modo trasversale, una valutazione che indica solo la presenza di semplici associazioni tra fluttuazione del peso e alcuni parametri di salute, ma che non fornisce informazioni sulle relazioni causali tra le due variabili. Un altro limite metodologico è il dato auto-riferito, tramite questionari compilati dal paziente, del fenomeno del weight cycling che solleva dubbi sull'accuratezza dei dati. Infine, alcuni studi di breve durata (cioè poche settimane) hanno studiato il weight cycling indotto con recupero di peso intenzionale, ma questo chiaramente non può essere rappresentativo della storia naturale dell'obesità, in cui il recupero del peso perduto si verifica involontariamente e per un periodo variabile di tempo (cioè di mesi o di anni).
Un gruppo di ricercatori italiani dell'Unità Funzionale di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda ha recentemente affrontato il compito di chiarire il problema del rapporto tra fluttuazione del peso e salute in un studio recentemente pubblicato su Nutrition & Dietetics, la rivista ufficiale della Dietitians Association of Australia (DAA), intitolato "Weight cycling in adults with severe obesity: A longitudinal study".  Gli autori italiani hanno valutato in pazienti adulti con obesità grave l'effetto di un ciclo di fluttuazione del peso (cioè perdita di peso intenzionale seguita dal recupero spontaneo del peso) sulle seguenti variabili: dispendio energetico, composizione corporea, fattori di rischio cardiovascolare e variabili psicosociali. La perdita di peso media ottenuta dalla prima valutazione (T0) al peso più basso raggiunto dopo il trattamento è stata di 16,7 kg, mentre il peso medio recuperato da questo peso più basso al peso registrato alla seconda valutazione (T1) è stato di 15,1 kg, senza differenze significative tra le medie di perdita e recupero di peso. Sorprendentemente i ricercatori non hanno rilevato alcuna associazione longitudinale rilevabile tra il weight cycling e gli effetti avversi sul dispendio energetico a riposo, sull'adattamento metabolico, sulla composizione corporea, sui fattori di rischio cardiovascolare e sulle variabili psicologiche (vedi Tabella).
Gli autori, sottolineando le implicazioni cliniche della loro ricerca, hanno commentato che l'assenza di effetti negativi del weight cycling sulla salute fisica e psicologica dei pazienti con obesità fornisce finalmente una risposta basata su prove a questo campo di studio e alla domanda: "È vero che il weight cycling rappresenta un fattore di rischio per la salute?" hanno risposto: "No".  Gli autori hanno anche auspicato che tali risultati non lascino spazio a informazioni fuorvianti sugli effetti avversi weight cycling sulla salute fisica e psicologica nei pazienti con obesità, che in passato hanno portato alcuni clinici a incoraggiare i loro pazienti a limitare i tentativi di perdita di peso. Infine hanno concluso che il rischio del recupero del peso perduto non dovrebbe essere una barriera per incoraggiare sforzi futuri di perdita di peso in pazienti con obesità grave, ma al contrario, i dati di questa ricerca dovrebbero incoraggiare i clinici a motivare i pazienti con obesità a perseverare negli sforzi di perdita di peso, ponendo particolare attenzione, non sola alla fase di perdita di peso, ma anche a quella del mantenimento del peso perduto.

TabellaPressione arteriosa ed esami bioumorali la mattina a digiuno, e misure psicosociali in 38 pazienti adulti con obesità grave prima della perdita di peso (T0) e dopo il recupero del peso perso (T1). Le analisi sono state controllate per il tempo tra le due valutazioni e il sesso.

T0 

T1 

Analisi

Variabile 

Media (SD)

Media (SD)

F-test

P

Pressione arteriosa ed esami bioumorali 

Pressione arteriosa sistolica (mm Hg)

132,4 (15,0)

129,7 (14,1)

0,69

0,413

Pressione arteriosa diastolica (mm Hg)

82,5 (9,7)

79,9 (8,3)

1,06

0,311

Glicemia (mg/dl)

113,3 (36,5)

113,3 (33,0)

3,60

0,066

Insulinemia (μU/ml)

14,4 (10,0)

16,4 (17,7)

0,04

0,844

Trigliceridemia (mg/dl)

148,5 (115,1)

128,2 (77,3)

0,02

0,892

Colesterolemia totale (mg/dl)

200,4 (36,2)

197,3 (37,5)

0,02

0,895

HDL colesterolemia (mg/dl)

46,3 (12,8)

49,4 (13,3)

0,04

0,839

LDL colesterolemia (mg/dl)

133,2 (32,9)

125,7 (36,4)

0,04

0,846

Misure psicologiche 

Beck Depression Inventory

17,4 (10,8)

17,2 (11,8)

1,69

0,204

Binge Eating Scale

17,9 (8,7)

17,5 (9,5)

1,00

0,325


Bibliografia
:
El Ghoch, M., Calugi, S., & Dalle Grave, R. (2017). Weight cycling in adults with severe obesity: A longitudinal study. Nutr Diet, doi:10.1111/1747-0080.12387

Riccardo Dalle Grave, Marwan El Ghoch


DALLE AZIENDE