Clinica

nov292018

Nutrizione come prevenzione e cura nelle IBD

Nelle malattie infiammatorie croniche dell'intestino quale ruolo svolge o potrebbe svolgere la nutrizione? Nutrizione33 fa il punto con Giorgio Zoli, Professore di Medicina Interna all'Università degli studi di Ferrara e specializzato in malattie dell'apparato digerente, nonché autore di molti lavori di respiro internazionale sulla malattia di Crohn, sulla colite ulcerosa e le altre "infiammazioni" intestinali.
 "La dieta svolge un ruolo molto importante per i pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali, in inglese "IBD", inflammatory bowel disease, non solo come supporto al trattamento, ma anche in chiave deterministica perché oggi sappiamo, con un buon grado di evidenza, che se vi è predisposizione genetica l'ambiente gioca un ruolo determinante. Attenzione perché non esiste una dieta di prevenzione vera e propria, ma a oggi sappiamo che è l'aderenza alla "vera" dieta mediterranea la miglior forma di prevenzione alimentare, senza alcuna restrizione al glutine. In tutto questo il microbioma gioca un ruolo fondamentale e lo fa proprio attraverso la dieta, fattore chiave nel modificare l'ambiente intestinale e chi vi abita. Inoltre, una dieta a basso contenuto di vitamina D e di acidi grassi a catena corta favoriscono l'insorgenza delle IBD e in particolare nel Chron, un'infiammazione cronica granulomatosa, un ruolo importante è il consumo di verdure e alimenti non ben lavati poiché la polvere è correlata all'insorgenza di granuloma. Stesso discorso per i grassi animali. In uno studio che feci negli anni Duemila notai che vi era un'alta prevalenza di allergie alimentari, ma anche da inalanti, tra i pazienti affetti da IBD. Nelle malattie infiammatorie croniche dell'intestino, quindi morbo di Crohn e Rettocolite Ulcerosa, lo stato nutrizionale del paziente subisce un'alterazione in una buona percentuale di soggetti, tanto che tra il 60 e il 70% dei pazienti che arriva al gastroenterologo, il segno dominante è proprio uno stato di malnutrizione, soprattutto nel morbo di Crohn. Non solo perdita di peso, ma specialmente perdita di micronutrienti, vitamine e ferro in primis. L'utilizzo della nutrizione come terapia è una risorsa determinante e a tal fine sono utilizzate le "liquid diets" (note anche come dieta dell'Astronauta) che permettono una remissione sovrapponibile a quella indotta dagli steroidi, ma esclusivamente nella malattia di Crohn. Tali diete contengono tutto tranne le scorie, che evidentemente nello spazio rappresentano un problema. Esistono tre tipi di diete liquide. Le diete elementari, in cui la parteproteica è rappresentata esclusivamente da aminoacidi, le diete semielementari, con aminoacidi e protidi, e polimeriche, con proteine. Tra le tre non esiste differenza nell'indurre la remissione nel Chron e dare supporto nutrizionale nelle altre forme di IBD, in alternativa alla nutrizione parenterale. Queste diete, nate negli anni 80, erano inizialmente possibili solo attraverso sondino naso-gastrico per via della scarsa palatabilità, mentre oggi la ricerca ha permesso la formulazione di prodotti dalla buona palatabilità e con diversi sapori. Questo significa che oggi molto spesso la terapia con diete liquide viene iniziata in ambiente ospedaliero, ma proseguita al domicilio fino alla remissione della malattia. Non solo: diversi studi hanno già messo in luce come una dieta domiciliare costituita per metà da cibi "normali" e metà da "dieta liquida" con le caratteristiche su esposte, permetta il mantenimento dello stato di remissione in questi soggetti. Io ho lavorato diversi anni all'estero e purtroppo devo dire che, mentre all'estero questi trattamenti sono ben accetti dal paziente, in Italia il paziente ama molto poco questo tipo di dieta. Esiste una eccezione. A volte queste malattie colpiscono nei periodi di accrescimento, determinando un ritardo staturo-ponderale e di maturazione sessuale, ma si ha la "fortuna" che in questi soggetti si ha ancora, spesso, una attività delle cartilagini di accrescimento, anche fino a oltre i 20 anni di età. Grazie agli studi della dottoressa Barbara Kirschner, gastroenterologo pediatrico di Chicago che nutriva i ragazzini di notte con sondino naso-gastrico registrando una ripresa della crescita fisiologica, oggi questo sottogruppo di malati di Chron, è quello che, vedendo i risultati, segue la dieta con un ottimo grado di aderenza, ma anche per i tempi più lunghi e con il miglior sorriso sulle labbra".

Silvia Ambrogio

DALLE AZIENDE