Clinica

dic192018

Associazione tra consumo di alcol e malattie infiammatorie intestinali: lo studio EPIC

L'eziologia delle malattie infiammatorie intestinali, quali il morbo di Crohn (MC) e la colite ulcerosa (CU), è in gran parte ancora sconosciuta, anche se alcuni fattori ambientali, come il fumo di sigaretta e l'assunzione quotidiana di alcol, acidi grassi, proteine, carne, zuccheri, fibre e frutta, svolgono un ruolo importante nello sviluppo di queste patologie (1-3). Il consumo di alcol può esercitare effetti opposti sulla mucosa intestinale: da un lato l'etanolo può causare lesioni favorendo la traslocazione batterica, (4) dall'altro, diversi componenti delle bevande alcoliche come gli isoflavoni potrebbero potenzialmente avere proprietà antiossidanti e probiotiche, modulando la risposta infiammatoria intestinale (5) Alcuni studi clinici hanno dimostrato che in pazienti affetti da queste malattie infiammatorie intestinali il consumo giornaliero di alcol provoca un peggioramento dei sintomi o addirittura recidive, (6,7) spiegando perché tali pazienti tendono ad evitare il consumo di bevande alcoliche (8). Un recente studio prospettico (EPIC) ha valutato l'effetto del consumo di alcol sul rischio si sviluppare il MC e la CU, prendendo in considerazione 262.451 soggetti sani, di età compresa tra i 20 e i 70 anni, reclutati in 7 centri di 6 Paesi Europei (Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda), seguiti per più di 10 anni (9). Il consumo di alcol durante i precedenti 12 mesi è stato valutato utilizzando questionari di frequenza alimentare specifici di ogni Paese, e in base alla quantità di alcol consumato, i partecipanti sono stati classificati in: non consumatori, ex consumatori, consumatori leggeri (minore uguale a 1 bicchiere/settimana), consumatori inferiori ai limiti raccomandati (minore uguale  2 bicchieri/giorno), consumatori moderati (minore uguale 5 bicchieri/giorno), o consumatori pesanti (> 5 bicchieri/giorno). Su 262.451 partecipanti sono stati registrati 84 casi di MC e 198 casi di CU e non è stata evidenziata alcuna associazione tra il consumo di alcol e il rischio di sviluppare queste malattie, anche se alcuni limiti permangono come il numero relativamente basso di casi riscontrati, l'età avanzata dei soggetti e la valutazione del consumo di alcol, che è stata eseguita solo al momento dell'iscrizione dei partecipanti e non è stata esaminata prospetticamente. Pertanto, non è stato possibile sapere se i partecipanti abbiano cambiato le loro abitudini alcoliche durante il follow-up e se ciò potrebbe aver avuto una qualche influenza sul rischio sviluppare queste patologie.

Fonti:
1) Chapman-Kiddell CA, et al. Inflamm Bowel Dis 2010;16:137-51.
2) Cosnes J. Dig Dis 2010;28:411-7.
3) Hou JK, et al. Am J Gastroenterol 2011;106:563-73.
4) Wang HJ, et al. World J Gastroenterol 2010;16:1304-13.
5) Biasi F, et al. Redox Biology 2014;2:795-802.
6) Cohen AB, et al. Dig Dis Sci 2013;58:1322-8.
7) Swanson GR, et al. Alcohol 2010;44:223-8.
8) Vagianos K, et al. JPEN J Parenter Enteral Nutr 2016;40:405-11.
9) Bergmann MM, et al. Eur J Clin Nutr 2017;71:512-18.

Maurizio Battino e Francesca Giampieri

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