Scienza

set52017

Consumo di alimenti associati a un minore rischio di malattie cardiovascolari, infarto e mortalità totale. I dati dello studio PURE

Lo studio prospettico di coorte noto come PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology), che ha coinvolto oltre 135mila persone di età compresa tra 35 e 70 anni senza malattie cardiovascolari in 18 paesi a basso reddito, a reddito medio e ad alto livello in sette regioni geografiche specifiche (Nord America, Europa, Sud America, Medio Oriente, Asia meridionale, Cina, Asia sudorientale e Africa), ha fornito i primi dati. L'indagine ha preso in esame la dieta, la storia clinica personale e famigliare, ma anche lo stile di vita, compresi fattori demografici, reddito e occupazione, e la patologia e mortalità cardiovascolare. In questo grande studio di coorte internazionale hanno dimostrato che una maggiore quantità di frutta, verdura e legumi è associata a un minore rischio di malattie cardiovascolari e infarto miocardico, e relativa causa di mortalità, ma anche da mettere in relazione a un minor rischio di mortalità totale, sia considerando il sesso sia l'età.  Anche analizzando i dati, secondo le numerose variabili esaminate, le associazioni rimangono significative. Da notare il numero di porzioni o quantità giornaliera cui è associato il miglior risultato: 375-500 g/die, ma i risultati raccolti indicano che anche le assunzioni relativamente moderate di frutta, verdura e legumi, quindi anche tre porzioni al giorno (375 g/die) più sostenibili dalle famiglie e dai Paesi più poveri, presentano benefici analoghi rispetto alla mortalità non cardiovascolare e totale. Segnalo anche i risultati che emergono nei confronti del consumo dei legumi, poiché fino a oggi questi erano associati a un minor rischio di malattie cardiovascolari ma non di infarto, mentre, includendo in PURE i 38 Paesi che ne fanno largo uso (in Asia del Sud, Africa e America Latina assunzione di legumi media di 60 g/die, contro <25 g/die in Nord America e in Europa) e mai inclusi nelle meta-analisi precedenti, i dati cambiano.
Lo studio ha permesso di far luce anche sulla relazione tra macronutrienti, malattie cardiovascolari e mortalità, tema controverso anche perché ancora una volta la maggior parte dei dati disponibili provengono dalle popolazioni europee e nordamericane in cui la sovralimentazione è più presente. Qui invece emerge molto bene come l'elevata assunzione di carboidrati sia associata a un più elevato rischio di mortalità totale, mentre i grassi totali e i singoli tipi di grasso siano legati alla minore mortalità totale. Non emergono correlazioni dirette tra il grasso totale e i tipi di grasso con malattie cardiovascolari, infarto miocardico o mortalità cardiovascolare, mentre il grasso saturo presenta un'associazione inversa con ictus. Le linee guida alimentari globali dovrebbero essere riconsiderate alla luce di questi risultati.

Bibliografia:
PURE diet: two studies assess the intake of specific food groups and effects on cardiovascular events and mortality, Vol.390, Number 10098, Sep 02, 2017

Associations of fats and carbohydrate intake with cardiovascular disease and mortality in 18 countries from five continents (PURE): a prospective cohort study, Vol.390, Number 10098, Sep 02, 2017

Anna Ghirardello


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