Attualità

feb22015

L'entomofagia: sostenibile e salutare

Si cibano di insetti, ancora oggi, almeno 2 miliardi di persone alle latitudini più diverse. La Who (World health organization) e la Fao (Food and agriculture organization) li considerano una fonte proteica alternativa che può soddisfare le esigenze nutrizionali e di salute della popolazione mondiale. Si stima che nel 2050 saremo più di 9 miliardi di persone, un miliardo avrà però scarso accesso al cibo: le attuali risorse non basteranno per tutti, né sarà possibile forzare l'ecosistema per produrre di più. L'allevamento degli insetti da un punto di vista ambientale è invece particolarmente sostenibile grazie al tasso di conversione proteica molto alto: con 2 kg di mangime si ottiene 1 kg di carne (nei bovini il rapporto è 10 a 1). L'entomofagia ha dunque presupposti seri, non è una spigolatura.
Tra le 1900 specie edibili i più consumati sono i coleotteri (31%), i lepidotteri (bruchi, 18%), gli imenotteri (api, vespe e formiche, 14%), seguiti dalle cavallette, locuste e grilli (Ortotteri, 13%). In generale hanno un tenore in proteine elevato (può arrivare al 60%) e di alto valore biologico poiché forniscono tutti gli aminoacidi essenziali; sono ricchi di vitamine e minerali e hanno una composizione in acidi grassi saturi e polinsaturi che rispetta il rapporto raccomandato. Infine, sono una fonte di fibra grazie all'elevato contenuto in chitina.
Il primo passo sarà distinguere quali insetti ammettere come alimento: alcuni sono allergizzanti oppure contengono sostanze tossiche, ma le conclusioni cui sono arrivati gli studiosi è che cibarsene non pone rischi igienici superiori a quelli in cui si incorre con la carne abitualmente consumata. Si tratterà di definire disciplinari di allevamento studiati appositamente, perché non siano veicolo di microrganismi patogeni per l'uomo, come si fa per le produzioni alimentari industriali.
Oggi la legge europea non dà indicazioni precise e ogni paese si regola in autonomia (in Italia sono considerati "nuovi alimenti" quindi non possono essere commercializzati prima di aver subito un iter di approvazione). Alcuni paesi (Belgio, Olanda, Francia), ne tollerano la vendita purché la produzione dia le medesime garanzie di legge richieste per gli alimenti. La Commissione europea spinta dalle sempre più numerose richieste di chiarimenti, ha sollecitato un parere all'Efsa (European food safety authority) e si dà ormai per certo che entro il 2015 sarà emesso un regolamento ad hoc che disciplini la produzione e la vendita di insetti per l'alimentazione umana valido in tutti i paesi della Ue.

Francesca De Vecchi


DALLE AZIENDE