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mar92016

Resistenza agli antibiotici: sotto accusa l'utilizzo negli allevamenti

L'antibiotico resistenza è in aumento nell'Unione Europea. Batteri presenti nell'uomo, negli animali e nel cibo mostrano una crescente resistenza alle sostanze comunemente usate per combatterli.
La situazione è preoccupante, secondo l'ultimo rapporto sulla resistenza alle sostanze antimicrobiche, redatto dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha analizzato i dati del 2014 dei 28 Paesi membri su campioni umani, veterinari e alimentari. Campilobatteriosi e salmonellosi si confermano le due zoonosi alimentari più diffuse in Europa e sono trasmesse da carne, per lo più di pollame.
Campylobacter mostra una resistenza molto alta alla ciprofloxacina, sia negli umani (60,2%) così come nei polli da carne (69,8%); in questi ultimi il batterio mostra resistenza anche verso l'acido nalidixico e le tetracicline. Salmonella presenta un quadro complesso in termini di resistenza, anche se i casi di salmonellosi (per lo più da S. Enteritidis e S. Typhimurium), pur rimanendo elevati, sono in generale diminuzione in Europa. Permane la resistenza ai comuni antimicrobici quali tetracicline (30%), sulfamidici (28,2%), ampicillina (28,2%) negli esseri umani e nel pollame e continuano ad essere segnalati casi di resistenza fino a 5 sostanze (multi-resistenza), sia negli esseri umani (26%) ma soprattutto in polli e tacchini. A preoccupare, in tutta Europa, conferma Mike Catchpole, direttore scientifico dell'Ecdc, è che Salmonella si è dimostrata resistente anche alla colistina nel pollame, rendendo particolarmente critica la cura dei casi più gravi nell'uomo.
Emerge chiaramente dal Rapporto il nesso fra l'uso di queste sostanze negli allevamenti, per curare gli animali e i livelli più elevati di resistenza agli antimicrobici (Amr) riscontrati: nell'Europa orientale e in quella meridionale i casi di Amr sono maggiori. In Europa settentrionale, invece, il problema è più contenuto e questo potrebbe essere spiegato dal fatto che in quest'area si fa un minor uso di antimicrobici negli allevamenti di pollame.
L'emergenza tuttavia, non è solo europea: il problema ha rilevanza globale, secondo Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare della UE. Il monitoraggio e le azioni per sensibilizzare all'impiego contenuto di queste sostanze negli allevamenti saranno una delle priorità in materia di sicurezza alimentare della Commissione europea, per diminuire, dice il Commissario, i 25000 decessi annui causati da batteri resistenti alle sostanze antimicrobiche in uso.

Francesca De Vecchi

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