Attualità

giu152016

La Iarc scagiona il caffè: non è cancerogeno

"Non vi sono sufficienti evidenze per classificare il caffè come cancerogeno" queste le conclusioni della commissione dell'IARC (International Agency for Research on Cancer), riunitasi a maggio per valutare la letteratura scientifica su cancerogenicità di caffè, mate e bevande molto calde.
Il caffè era stato classificato dall'IARC nel 1991 come "possibile cancerogeno per gli essere umani" sulla base di un piccolo numero di studi che avevano osservato un'associazione tra consumo di caffè e cancro della vescica. La letteratura a disposizione per questa revisione, la prima dopo 25 anni, era molto più ampia: più di 1000 studi osservazionali e sperimentali, nei quali non solo non si è trovata prova dell'associazione tra consumo di caffè e cancro alla vescica, ma è stata anche attestata l'assenza di evidenti associazioni con il cancro alla mammella, alla prostata e al pancreas, e addirittura un'associazione inversa con il rischio di cancro all'endometrio e al fegato. Una metanalisi ha stimato che il rischio di cancro al fegato diminuisce del 15% per ogni tazzina di caffè consumata in un giorno e il caffè potrebbe anche avere effetti benefici su fibrosi epatica e cirrosi.
Consumare bevande molto calde si conferma invece essere un comportamento "probabilmente cancerogeno". Bere tè molto caldo, ad esempio, si associa a un aumento del rischio di cancro esofageo. Analogamente, il mate, tipica bevanda sudamericana, è potenzialmente cancerogeno solo se ingerito a temperature molto elevate (>65°) ma non se consumato freddo o tiepido. Si presume che la cancerogenicità delle bevande molto calde sia dovuti ai danni cellulari che possono provocare.
In conclusione è meglio evitare tazze di tè bollente ma un consumo moderato di caffè è da ritenersi sicuro e può far parte di una dieta sana ed equilibrata.

Irene Campagna

DALLE AZIENDE