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gen242018

Celiachia: aumenta il numero dei malati. Pilo (Aic): troppe diversità regionali

La Relazione annuale del ministero della Salute al Parlamento sulla celiachia conferma il costante aumento del numero di celiaci in Italia. Tuttavia, come spiega il direttore generale dell'Associazione italiana celiachia (Aic) Caterina Pilo, «non ci troviamo di fronte a un'esplosione della malattia e le nuove diagnosi derivano da una conoscenza crescente sia nei medici che tra la popolazione, che cominciano a porre più attenzione a sintomi che fino a qualche anno fa erano sottovalutati».

I dati oggi pubblicati sono riferiti al 2016 e confermano l'andamento degli anni precedenti: «Siamo a circa 200mila, con 15mila nuove diagnosi, ma è evidente che il problema della sottodiagnosi non è superata; le stime indicano che la celiachia, in Italia e nel mondo, colpisce circa l'1% della popolazione generale e siamo dunque solo a un terzo delle diagnosi attese». Un altro dato significativo dal punto di vista epidemiologico è che la celiachia riguarda soprattutto le donne, che sono circa i due terzi delle persone colpite; «per questa ragione - sostiene Pilo - resta importante il lavoro che la nostra associazione ha condotto tra il 2015 e il 2016 con il progetto "Donna&Celiachia", isolando alcune caratteristiche delle donne con celiachia in termini di sintomi come anemia, osteoporosi o infertilità, e si conferma l'utilità di screening specifici».

Il rapporto evidenzia una prevalenza variabile da regione a regione che, secondo il direttore generale Aic, è legato anche a una diversa attenzione e capacità di diagnosi: «L'applicazione generalizzata del protocollo di diagnosi di celiachia, recentemente aggiornato dal ministero della Salute, può essere una chiave per uniformare il numero delle diagnosi in Italia e per creare anche una uniformità di trattamento; ancora oggi abbiamo infatti delle forme di assistenza ai celiaci abbastanza diversificate, dato che il decreto sui Livelli di assistenza approvato lo scorso anno non è ancora applicato in modo omogeneo sul territorio nazionale. Se il tetto di spesa è piuttosto uniforme, restano differenze legate alle spese per la diagnosi e per il follow up, che dovrebbero essere in esenzione totale, dato che la celiachia è stata recentemente riconosciuta come malattia cronica».

Fonte: Doctor33.it


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