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mar32018

Farmacisti e diete, Afen chiede chiarimento al Ministero su interpretazione norma

Alla luce dell'entrata in vigore della legge Lorenzin e della mancata revisione dell'art. 102 del Tuls, l'Associazione farmacisti esperti in nutrizione (Afen) ha inviato una richiesta di chiarimento al Ministero della Salute per un parere in merito alla possibilità che il farmacista possa elaborare diete. Nelle more di una risposta e in mancanza di un quadro normativo ben definito, l'Afen continua a consigliare ai farmacisti l'opportunità di limitare le proprie attività alla sola consulenza nutrizionale.
È quanto si apprende da un comunicato diffuso dall'Associazione in cui il presidente Francesco M. D'Amore precisa che «la mancanza di un quadro normativo ben definito ci spinge a chiarire le attuali possibilità e i limiti dell'intervento del farmacista in questo specifico ambito attraverso comunicato stampa chiarificatore, frutto di attente ricerche giuridiche». La definitiva approvazione della legge Lorenzin n.3/2018, unitamente alla mancata revisione dell'art. 102 del Tuls, che non consente al farmacista di esercitare altre professioni sanitarie - ricorda il presidente di Afen «precluderebbe l'attività congiunta con quella di biologo che è divenuto sanitario. Attualmente la giurisprudenza riconosce competenza in ambito nutrizionale al medico, al biologo, al dietista e al farmacista. A quest'ultimo i pareri della Circolare Fofi n.7133/2008 e del Consiglio Superiore di Sanità del 15.12.2009 e 12.04.2011 attribuiscono solo una generica capacità di "consulenza nutrizionale", ma non quella di elaborare diete». D'amore richiama anche una recente giurisprudenza (sentenza n.20281/17 del 28.04.2017 della Corte di Cassazione Sesta Sez. Penale) che, a suo avviso, aprirebbe alla possibilità che «dispensare diete non solo non è un'attività esclusiva del biologo, ma può essere svolta anche da altre figure, in possesso di competenze sanitarie, che proprio per la loro formazione universitaria ed abilitativa, come i farmacisti, i medici, oltre ai dietisti, possono individuare, valutare e proporre programmi alimentari atti a migliorare le condizioni di salute del cittadino. Quindi vengono chiaramente escluse tutte quelle professioni prive di tali requisiti». D'Amore precisa che la sentenza «fa riferimento all'abilitazione per l'esercizio di professioni sanitarie o dal particolare profilo sanitario, come era per il Biologo all'epoca dei fatti, e non ad una specifica abilitazione all'elaborazione di diete, esplicitamente riconosciuta solamente ai dietisti. Infatti il biologo può elaborare diete perché abilitato alla valutazione dei fabbisogni nutritivi ed energetici dell'uomo, degli animali e delle piante (legge 396/67). Il DPR 328/2001, che regolamenta l'Esame di Stato per l'abilitazione alla professione del Biologo, non fa alcuna menzione specifica all'elaborazione di diete». L'Afen ha quindi chiesto al Ministero della Salute di esprimere un nuovo parere sulla questione, ma «in mancanza di un quadro normativo ben definito ed in attesa degli opportuni chiarimenti da parte del Ministero della Salute, la Afen ha sempre consigliato e consiglia ai propri associati ed ai farmacisti tutti l'opportunità di limitare le proprie attività alla sola consulenza nutrizionale». L'auspicio del presidente dell'associazione è che «nella prossima legislatura si possa pervenire alla nascita di una nuova figura professionale sanitaria, magari quella del nutrizionista, che attualmente in Italia non è contemplata da alcuna norma di legge, che potrebbe provenire da diversi percorsi universitari e post universitari e potrebbe essere abilitata da uno specifico Esame di Stato».

Fonte: Farmacista33.it

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