Clinica

ott122015

L'effetto protettivo della fibra alimentare sul rischio di malattie cardiovascolari

Negli ultimi anni, è stato riscontrato un calo dell'incidenza delle malattie cardiovascolari (CVD) e coronariche (CHD) sia in alcuni Paesi europei sia negli Stati Uniti.(1,2)
Nonostante la mortalità per tali malattie sia in continuo calo, esse rappresentano ancora la principale causa di decessi nel mondo.(1,3)
Nel 1970 è stato proposto il legame positivo tra una dieta ricca in fibre (sotto forma di cereali integrali) e le CVD e CHD.(4) Da allora molti studi osservazionali e sperimentali hanno esaminato la relazione tra fibra alimentare (o alimenti ricchi di fibra) e il rischio di CVD e di fattori a esse correlati come l'ipertensione, l'obesità centrale e i livelli plasmatici di colesterolo. L'effetto protettivo della fibra alimentare sul rischio di CVD e CHD è biologicamente plausibile e infatti esistono numerosi meccanismi attraverso i quali la fibra può agire. Per esempio, le fibre solubili possono influenzare l'assorbimento dei nutrienti a livello dell'intestino tenue a causa della formazione di un gel, con la conseguente riduzione dei livelli plasmatici della glicemia postprandiale e dei lipidi. La formazione del gel rallenta anche lo svuotamento gastrico, mantenendo il senso di sazietà e contribuendo al controllo del peso corporeo. La fibra solubile viene inoltre fermentata dai batteri presenti nell'intestino crasso, producendo acidi grassi a catena corta, che contribuiscono a ridurre i livelli circolanti di colesterolo. Recentemente, in una meta-analisi, che ha preso in esame 22 studi di coorte, è stato confermato un rischio significativamente più basso del 9% sia per le CVD che per le CHD per ogni 7 g/giorno di fibra totale consumata.(5) Tale quantità può essere ottenuta attraverso una porzione di cereali integrali e di fagioli o lenticchie, o mediante tre/quattro porzioni di frutta e vegetali. Infine, un ridotto rischio di CVD e CHD è stato osservato anche con una maggiore assunzione di fibre insolubili, cereali, frutta e vegetali. I risultati ottenuti sono in linea con le attuali raccomandazioni internazionali che consigliano un aumentato apporto di fibre (almeno 25 g/giorno), anche se ulteriori studi sono tuttora necessari per comprendere a fondo i meccanismi di azione della fibra alimentare nei confronti delle CVD.

Approfondimenti:
1) Circulation 2012;125:e2-220
2) BMJ 2012;344:d8059
3) European Cardiovascular Disease Statistics 2008
4) Am J ClinNutr 1972;25:926-32
5) BMJ 2013;347:f6879

Francesca Giampieri
Maurizio Battino


DALLE AZIENDE