Clinica

giu102016

Disturbo da binge-eating: caratteristiche cliniche e trattamenti disponibili

Il disturbo da binge-eating è stato descritto per la prima volta nel 1959 dallo psichiatra e ricercatore americano Albert Stunkard, ma solo nel 2013 è stato riconosciuto come categoria diagnostica distinta dei disturbi dell'alimentazione dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Dsm-5).
Il disturbo da binge-eating, sebbene condivida con la bulimia nervosa gli episodi di abbuffata, presenta le seguenti differenze: (i) gli episodi di abbuffata non sono seguiti dall'utilizzo regolare di comportamento di compenso (per es. vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e diuretici); (ii) gli episodi di abbuffata accadono in situazioni in cui è presente una tendenza generale a mangiare in eccesso piuttosto che di restrizione dietetica; ciò spiega la forte associazione del disturbo con l'obesità; (iii) è frequente anche negli uomini. Spesso coesistono con il disturbo da binge-eating altri disturbi mentali, come i disturbi dell'umore, di ansia e da uso di sostanze; l'eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo, sempre presente nella bulimia nervosa, è invece presente solo in circa il 50% dei casi.
Le terapie evidence-based per il disturbo da binge-eating sono di natura psicologica e farmacologica.  La terapia cognitivo-comportamentale (Cbt) e la psicoterapia interpersonale (Ipt) hanno dimostrato di produrre una riduzione a breve e lungo termine degli episodi di abbuffata e della psicopatologia associata al disturbo, ma non hanno un effetto significativo sulla perdita di peso. Il trattamento comportamentale per la perdita di peso (Bwl) produce invece una riduzione degli episodi di abbuffata associata a una modesta perdita di peso. Risultati promettenti sulla riduzione degli episodi bulimici, ma non sulla perdita di peso, sono stati anche ottenuti dall'auto-aiuto guidato basato su manuali derivati dalla Cbt. Non ci sono invece studi che abbiano dimostrato l'efficacia a lungo termine della terapia farmacologica per il disturbo da binge-eating. Il topiramato è l'unico farmaco che ha mostrato effetti positivi sia sul miglioramento della psicopatologia sia sulla perdita di peso a breve termine, ma i suoi importanti effetti collaterali ne limitano l'applicazione clinica. Negli USA la lisdexamfetamina dimesilato (farmaco non disponibile in Italia) è stata recentemente approvata per il trattamento del disturbo da binge-eating sulla base dei risultati positivi ottenuti dal farmaco nella riduzione degli episodi di abbuffata in tre trial randomizzati e controllati di "solo" 12 settimane di trattamento. Il farmaco è uno stimolante che non è indicato per la perdita di peso e ha un alto rischio di abuso/dipendenza. Infine, la combinazione della Cbt con la terapia farmacologica non ha migliorato l'esito del trattamento.

Per approfondimenti:
Dalle Grave  R (2014). Disturbo da alimentazione incontrollata. Che cos'è e come affrontarlo. Positive Press, Verona
Grilo CM, Reas DL, Mitchell JE (2016). Combining Pharmacological and Psychological Treatments for Binge Eating Disorder: Current Status, Limitations, and Future Directions. Current Psychiatry Report, 18(6):55. doi: 10.1007/s11920-016-0696-z
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Riccardo Dalle Grave


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