Clinica

set202016

Spunti pratici per impostare il digiuno breve

Hatori (1) ha dimostrato che nonostante le alterazioni ormonali e metaboliche indotte dalla assunzione libera di diete obesogeniche, l'impostazione di un periodo di dieta che limiti l'assunzione alimentare alle sole ore di attività e richieda un digiuno breve (overnightly short fasting) nelle ore seguenti, facilita il ripristino della primitiva struttura metabolica e consente di prevenire l'obesità e numerose patologie metaboliche, perfino quando sia poi mantenuta una assunzione alimentare scorretta. Questa tecnica modula i segnali di FSP27 (una delle proteine iperespresse in contemporanea al digiuno breve) e va comunque impostata e personalizzata in relazione alla storia clinica del paziente, basandosi sulle appropriate regole nutrizionali. Nei diabetici ad esempio può essere attivata solo in modo gradualmente progressivo e sotto stretto controllo medico.
Si possono programmare 2 o 3 giorni non consecutivi alla settimana in cui la giornata alimentare preveda una prima colazione caloricamente libera, correttamente bilanciata tra proteine e carboidrati come suggerito da Mamerow (2), cui segua un pranzo meno ricco della prima colazione, e infine, dalle 15 o dalle 16 smettere di mangiare fino alla mattina del giorno successivo. In questo modo si mantengono almeno 15 ore e fino a 18 ore di digiuno prima di rimangiare, anche abbondantemente, nel momento più adatto della giornata, cioè la mattina successiva. L'unico "cibo" utilizzabile durante il periodo di digiuno è l'acqua (indifferentemente gasata o naturale), anche sotto forma di infusi assolutamente non dolcificati o di tè o caffè. Un suggerimento pratico è di bere abbondante acqua durante il periodo di "salto"; questo aiuta a smorzare il senso di fame e facilita la diuresi.
Le prime volte in cui si pratica questa tecnica non è certo consigliabile tenere una conferenza alla sera o lavorare a lungo di notte per completare la stesura di una relazione. La migliore strategia è addormentarsi un po' prima del solito e dormire per tutta la notte.
L'integrazione di questa tecnica con scelte alimentari che controllino i livelli di infiammazione da cibo, consente di mantenere più bassi i livelli di BAFF (B Cell Activating Factor) e di migliorare così la sensibilità insulinica, come descritto da Kim (3).
Molti chiedono se le 15 ore di digiuno siano ottenibili praticando la sospensione alimentare durante il giorno, ma il digiuno breve, come dimostrato da Chaix (4) e da Vilà-Brau (5) si attiva in relazione al periodo di veglia e ai periodi di sonno. È indispensabile che lo stimolo lipolitico avvenga durante le ore di riposo notturno perché sia efficace. 

Attilio Speciani

Per approfondimenti:
1) Hatori M et al, Methods Enzymol. 2015;552:145-61. doi: 10.1016/bs.mie.2014.10.027. Epub 2014 Dec 27
2) Mamerow MM et al, J Nutr. 2014 Jun;144(6):876-80. doi: 10.3945/jn.113.185280. Epub 2014 Jan 29
3) Kim MY et al, Exp Mol Med. 2013 Jan 10;45:e4. doi: 10.1038/emm.2013.4
4) Chaix A et al, Cell Metab. 2014 Dec 2;20(6):991-1005. doi: 10.1016/j.cmet.2014.11.001
5) Vilà-Brau A et al, J Lipid Res. 2013 Mar;54(3):592-601. doi: 10.1194/jlr.M028472. Epub 2012 Dec 6.

DALLE AZIENDE