Clinica

mag162017

Acalasia o quando il cibo non passa

L'esofago è un organo cavo dell'apparato digerente attraverso il quale il cibo, masticato nella bocca, raggiunge lo stomaco e prosegue nel piccolo intestino dove avviene la digestione e poi l'assorbimento dei nutrienti. Essendo dotato di una parete muscolare, la progressione del bolo avviene per effetto della contrazione ritmica della parete muscolare che realizza un'onda peristaltica.
In caso di acalasia, i muscoli della parte inferiore dell'esofago (cardias) presentano delle contrazioni irregolari e scoordinate che di fatto impediscono un regolare svuotamento di quest'organo. Al passaggio del cibo, il paziente avverte fastidio, sensazione di gonfiore e a volte vero e proprio dolore toracico. Il cibo che ristagna può ritornare indietro (rigurgito) determinando la sensazione di cattivo sapore in bocca, alitosi, tosse da irritazione.
Dopo un'accurata visita e diagnosi con l'ausilio di test radiologici - volti a documentare il passaggio regolare e coordinato del pasto radiopaco -, assunzione di farmaci antispastici, in attesa di una dilatazione meccanica e/o l'intervento di cardiomiotomia definitiva, il paziente di fatto non si nutre adeguatamente andando incontro a malnutrizione con perdita di peso (per timore e per oggettive difficoltà di transito).
Un'accurata indagine alimentare, che documenti la presenza e l'entità del disturbo, è il primo passo volto a mantenere un adeguato introito alimentare. Il diario settimanale e/o l'intervista alimentare possono chiarire le difficoltà di passaggio del cibo, documentare i disturbi post- assunzione o in fase digestiva, rilevare l'eventuale presenza di allergie e intolleranze.
Come indicazioni generali, i pazienti si gioveranno di cibi di consistenza cremosa o semiliquida, somministrati in più pasti nella giornata, con esclusione di alimenti aciduli e/o irritanti (spezie ...).
Non è da escludere il ricorso temporaneo a prodotti come integratori con formule complete impiegate in genere per la nutrizione enterale.
 Un'attenta rivalutazione andrà naturalmente effettuata dopo l'intervento di cardiomiotomia, risolutivo in un'elevata percentuali di casi (circa 80%).

Giacinto Miggiano


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